IVREA
Un nuovo viaggio, una nuova avventura da fare in bicicletta per il vigile urbano di Ivrea Maurizio Pitti, pronto a partire per la Trans America Bike 2024.
Di Ivrea, 52 anni, residente a Donnas, sposato con Loretta, papà di Gabriel, Simone e Mattia, è uno dei volti più noti della città, non solo per le sue origini, ma soprattutto per il suo lavoro nella Polizia municipale, che svolge ormai da oltre vent’anni. Dopo altre traversate sulla sua due ruote, come quella a Istanbul e l’altra a Capo Nord, Pitti si appresta a compiere l’ennesima impresa. Mancano meno di due mesi, dunque al via della nuova avventura, che porterà Maurizio Pitti negli Stati uniti dove, in solitaria e in autonomia a bordo della sua bicicletta, tenterà la traversata degli Stati uniti da ovest a est.
La gara vedrà il ciclista eporediese alla partenza il prossimo 2 giugno, lo start è previsto da Astoria, sull’Oceano Pacifico nello stato dell’Oregon, con arrivo a Yorktown, in Virginia, sull’Atlantico: un viaggio di circa settemila chilometri e 55mila metri di dislivello positivo passando per le Montagne rocciose nel Montana, con passaggi oltre i tremila metri di altitudine, e le infinite pianure del Kansas.
Sono in totale dieci gli Stati attraversati dalla corsa: Oregon, Idaho, Montana, Wyoming, Colorado, Kansas, Missouri, Illinois, Kentucky e Virginia. Sulla linea di avvio saranno presenti circa cinquanta ciclisti provenienti da tutto il mondo, la maggior parte esperti sulle gare di lunga distanza, ben cinque gli italiani ai nastri di partenza. La gara, tutta su strade asfaltate da percorrere con la bicicletta da corsa, non prevede tappe o punti di appoggio, e i partecipanti dovranno viaggiare in solitaria, con tutto l’occorrente al seguito, senza alcun tipo di supporto.
L’organizzazione della gara provvederà semplicemente al monitoraggio in tempo reale dei partecipanti, che saranno visibili sul sito dell’evento, dove saranno indicati anche la posizione, la velocità, i chilometri percorsi, se l’atleta si sta muovendo o è in pausa, se ci sono anomalie o no lungo il percorso.
Come è nata la voglia di partecipare ad imprese così estreme, quando è nata questa passione?
«Sono un grande appassionato di sport. Oltre alla bicicletta e al calcio, che non pratico più per motivi anagrafici, un’ altra mia passione è la corsa. Ho partecipato a numerose gare di lunga distanza, al mio attivo ho anche alcune gare di 100 km, tra cui la Torino-Saint-Vincent, poi sono oltre novanta le maratone a cui ho partecipato in tutto il mondo e due volte sono stato finalista al prestigioso Tor des Géants. Non trascuro la passione per la lettura e la scrittura, ho anche pubblicato alcuni libri che hanno ottenuto un discreto successo».
Ha un motto in cui si riconosce e che si ricollega alle sue passioni e alle imprese che compie?
«“La bicicletta salverà il mondo” è sicuramente uno di questo, ma anche un altro mi rispecchia molto. “Se non riesci ad aggiustare il mondo, ripara la tua bici, che poi il mondo ci penserà lei ad aggiustarlo”. Credo profondamente nel bene che può derivare dall’usare questo mezzo, di trasporto e di divertimento».
Ci racconta alcune delle sue imprese?
«Nel mio curriculum ho già collezionato numerose imprese, che derivano anche dal mio grande amore per i viaggi e lo scoprire nuovi luoghi, soprattutto utilizzando la bicicletta. La sfrutto soprattutto in modalità bikepacking, ossia gare o viaggi di ultradistanza in autonomia, che mi hanno portato, nel 2017 ad affrontare la North Cape 4000, gara in autonomia da Firenze a Capo Nord di circa 4mila km; nel 2018 ho fatto la traversata dell'Europa da Capo Nord, in Norvegia, a Tarifa, in Spagna, un viaggio di circa settemila km dal punto più a nord al punto più a sud d'Europa; nel 2019, invece, partenza da Donnas, dove vivo con la mia famiglia, fino a Istanbul, in Turchia, ed ancora partenza da Aosta e ritorno nel capoluogo valdostano dopo aver compiuto il Giro d’Italia, circa 4.000 km passando per tutti i 23 capoluoghi di regione italiani, poi mi sono cimentato anche nel Giro della Valle d'Aosta no-stop, toccando tutti i 73 Comuni valdostani. Poi da Palermo, in Sicilia, fino a Donnas, con mio figlio che aveva 14 anni, transitando per tutto il percorso lungo la costa tirrenica, per circa 1.800 km, e ancora il giro di tutte le cime più importanti del Giro d'Italia».
Oltre a questa grande passione per i viaggi in bicicletta, porta la sua visione del mondo anche a Ivrea con il suo lavoro. In che modo?
«Con il mio lavoro alla Polizia municipale di Ivrea mi occupo anche di alcuni aspetti importanti che riguardano i giovani. Ricopro, infatti, il ruolo di referente per tutto quello che riguarda l'educazione stradale e civica nelle scuole della città, dove svolgo corsi principalmente rivolti all'utilizzo della bicicletta. Sono uno dei promotori del servizio Bicibus, a scuola in bicicletta, e, nei plessi che ne fanno richiesta tengo anche corsi nelle varie classi».
Ha ricevuto riconoscimenti ed elogi per le sue imprese?
«Ho ricevuto due encomi da parte della Regione Piemonte. I riconoscimenti sono arrivati in seguito ad azioni di servizio durante il mio lavoro da vigile urbano, uno nel 2007 e l’altro nel 2017. Alcune mie azioni sono state ritenute importanti, comportamenti meritevoli durante lo svolgimento del mio lavoro, una volta per aver salvato una persona durante un incidente stradale e una seconda perché, insieme al collega di allora, Nino Cappuccio, avevo salvato una persona che si stava gettando nella Dora Baltea dal Ponte vecchio di Ivrea. In queste due occasioni ho ricevuto due barrette con il logo della regione Piemonte insieme ad una medaglia con la pergamena».
Oltre a tutte queste attività coltiva anche altri interessi?
«Mi occupo anche di politica, che seguo con attenzione e critica, tanto che da dieci anni sono amministratore nel Comune di Donnas, dove ricopro attualmente la carica di assessore allo Sport e alla Cultura. Inoltre, visto il mio impegno letterario e non solo, da molti anni sono anche giornalista pubblicista iscritto all'albo dei giornalisti valdostani».
Tornando all’avventura americana, qual è la preparazione per affrontare un’impresa simile ?
«Mi sto preparando con dedizione alla prova che mi attende. Per imprese come quella che mi appresto ad affrontare non basta soltanto l’allenamento, è più di questo. Ci si deve preparare, infatti, a tutta una serie di variabili, che quasi sicuramente incontrerò; dalle difficoltà climatiche alle temperature rigide del Montana, per poi passare al caldo delle pianure. Poi c’è l’alimentazione, ma non devo trascurare nemmeno il pensiero di un intero mese di solitudine, così come gli imprevisti meccanici alla bicicletta, le difficoltà che posso intercettare sulle strade, Dovrò pensare anche alla gestione delle pause e del sonno. Vorrei concludere l’impresa in circa trenta giorni, che prevedono una media di circa 250 chilometri al giorno».
Sarà possibile seguire il percorso in qualche modo?
«Il viaggio potrà essere seguito sulla mia pagina social oltre che sul sito ufficiale della gara: www.rideyrbike.com».
Quali sono le emozioni che prova pensando alla partenza?
«Sicuramente un pizzico di commozione quando ricordo tutti i viaggi affrontati insieme all’amico ciclista Franco Morgani, di Quincinetto. Purtroppo questa volta lui non ci sarà: è morto lo scorso maggio. Era un viaggio che avevamo programmato di fare insieme, purtroppo non ne abbiamo avuto il tempo, ma porterò comunque Franco in bicicletta al mio fianco».Massimo Sardo