“Se un presidente di regione del centrodestra avesse fatto le stesse affermazioni di Emiliano…”. Italo Bocchino, ospite di Lilli Gruber, va all’attacco e non mette certo la sordina sul caso Bari e tutto il suo corollario tragicomico. Confluito nell’aneddoto raccontato dal governatore della Puglia di aver portato Decaro – all’epoca assessore – a casa della sorella del boss Antonio Capriati; e di averglielo “affidato”. Aneddoto che ha scatenato la bufera, con Emiliano che al Tg1 fa ancora peggio: “Decaro forse non c’era” e un Decaro che cade dalle nuvole. Un balletto comico ma anche molto grave che la sinistra sta minimizzando e derubricando come un racconto “iperbolico” del governatore (vedi Verini). A smascherare la sinistra e anche un Marco Travaglio “stranamente garantista” è, dunque, il direttore editoriale del Secolo d’Italia.
“Non metto in discussione che Michele Emiliano sia distante dalla criminalità organizzata- premette-: ma se un presidente di regione di centrodestra avesse detto le stesse cose sul palco, oggi Travaglio l’avrebbe linciato insieme a tutta la sinistra. È gravissimo, che sia accaduto e che l’abbia raccontato“. Sono tre i piani di lettura nei quali va inquadrata il caso Bari, spiega Bocchino. Non senza avere punzecchiato Travaglio: “Mi fa piacere sentire che Marco in questa faccenda che riguarda Emiliano faccia il ‘giustificazionista’: spero faccia lo stesso anche in altri casi”.
Il direttore del Fatto ha infatti giudicato inammissibile la commissione Piantedosi che ieri si è insediata a Bari per fare chiarezza sulle possibili infiltrazioni mafiose. “Primo errore di Travaglio – lo rintuzza Bocchino-: la commissione d’accesso del Viminale è un atto dovuto. Non l’ha decisa Piantedosi, l’hanno decisa, nell’ordine, la procura di Bari e il gip che ha convalidato gli arresti di fine febbraio; convalidando anche il commissariamento della società di trasporti che è al cento per cento di proprietà del Comune di Bari”. Doveroso da parte del Viminale procedere per fare chiarezza.
Altro aspetto: nessuno discute l’estraneità di Emiliano dalla criminalità organizzata, ma la gravità del solo avere raccontato quell’episodio è macroscopica. Bocchino si rivolge dritto dritto al direttore del “Fatto” e ribadisce: “Penso che se un presidente di regione di centrodestra, sul palco, che in un contesto ad alto tasso di criminalità come lo era Bari, avesse portato raccontato le stesse cose sarebbe stato linciato da Travaglio e da tutta la sinistra. Invece per Emiliano si parla solo di una “piccola trattativa” per far vivere tran Decaro all’epoca assessore ai Trasporti della Puglia”. E la sinitra che l’ha buttata in politica per frsi campagna elettorale per le Europee. E poi ha pagato quando Emiliano ha raccontato quell’episodio sconveniente e un pochino inquietanteW.
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