Dipendenti del Comune di Venezia che avrebbero violato l’esclusività lavorando anche per l’Ipav. Furbetti dell’acqua alta che avevano ottenuto risarcimenti sospetti in seguito all’emergenza acqua alta del novembre 2019. E ancora dipendenti di Actv che si sarebbero appropriati indebitamente dei titoli di viaggio per una somma superiore ai 400 mila euro.
Il faro della Corte dei Conti di Venezia si è acceso nell’ultimo anno su tanti casi di spreco di denaro pubblico. Un numero su tutti: ammonta a 44,6 milioni di euro (erano stati 10,7 per il 2022) l’importo delle condanne emesse nel 2023 dalla sezione veneta della Corte dei Conti. Triplicato anche il recupero erariale con rito abbreviato.
Tanti i casi che hanno riguardato da vicino il comune di Venezia. A cominciare, ad esempio, dalle numerose istruttorie nei confronti di varie persone per indebita percezione di contributi pubblici a seguito di fatture e documenti contabili falsi per ottenere rimborsi in seguito all’emergenza acqua alta, nel 2019.
Nel settembre 2021 in effetti la Finanza aveva denunciato 13 persone (dodici delle quali cinesi) che avevano ottenuto 230 mila euro di contributi erogati presentando al Comune di Venezia documentazione falsa.
Altri casi riguardano l’invito a dedurre inviato dalla Procura della Corte dei Conti per complessivi 81 mila euro a carico di due dipendenti del Comune di Venezia per violazione dei doveri funzionali in materia di incompatibilità e cumulo di impieghi rispetto al rapporto di lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione.
Inviti a dedurre per 435 mila euro per una società concessionaria di rivendita dei biglietti di Actv e di alcuni dipendenti della società stessa per non aver versato il corrispettivo dei titoli di viaggio venduti da tre edicole.
Richiesta invece di 423 mila euro verso alcuni dipendenti di Actv per appropriazione indebita di biglietti.
Nel corso della presentazione dell’anno giudiziario celebrato martedì mattina, 27 febbraio, a Venezia, è stata comunicata anche l’apertura di un’istruttoria per presunto danno erariale conseguente alla gestione degli appalti per l’accoglienza dei migranti nell’ormai noto centro di Cona, sul quale si sta svolgendo anche un processo in sede penale.
