Simone Inzaghi entra nella storia dell'Inter cui regalerà la seconda stella. Il passo dei nerazzurri in campionato è talmente veloce e sicuro da non mettere più in discussione la conquista dello scudetto; si ragiona sul "quando", non sul "se" e la fantasia dei tifosi si allunga fino al pensiero che la festa potrebbe arrivare proprio nel giorno del derby in calendario il 21 aprile in casa del Milan. Sarebbe il massimo del godimento per il mondo nerazzurro dentro una stagione pressoché perfetta da parte di una squadra ingiocabile in Italia, con statistiche che la mettono al vertice anche nel confronto in Europa.
L'obiettivo dichiarato in estate è a meno di un passo. Proprio per questo, ora Inzaghi è chiamato a uno sforzo ulteriore e cioè a non cadere nella trappola costata cara in passato ad altri colleghi. L'ultimo esempio è recente. Luciano Spalletti un anno fa, a scudetto praticamente vinto dall'alto dei 16 punti di vantaggio sulla seconda (la Juventus a 12 era in attesa di certa penalizzazione), spedì a Lecce il Napoli titolare quattro giorni prima dell'andata del quarto di finale di Champions League a San Siro con il MIlan. Errore fatale, come quello di Antonio Conte alle prese con lo scudetto dei 102 punti nella primavera del 2014 entrato in rotta di collisione con la semifinale di Europa League lasciata al Benfica.
Ora che la campagna d'Italia è vinta, è giusto che l'Inter si concentri su quella europea. Non perché abbia l'obbligo di ripetere lo straordinario cammino che l'anno scorso ha portato alla finale di Istanbul, ma perché se non affrontasse quello che la attende consapevole di dover anche sacrificare qualche record in campionato rischierebbe di vivere poi col rimpianto. Quello che è accaduto a Napoli e che De Laurentiis si è lasciato sfuggire mesi dopo: "Io mi aspettavo di vincere la Champions League. Se è andata vicina l'Inter che è arrivata a 20 punti da noi...".
Programmare la vittoria nella competizione dei dettagli e delle squadre che hanno budget miliardari nemmeno comparabili con quelli italiani è impossibile e sarebbe ingiusto chiederlo. Però, è legittimo aspettarsi che non ci sia alcuno spazio pet tentazioni statistiche o altro nell'affrontare la primavera. Oggi la proiezione Inter a fine campionato è di 101 punti e i 69 conquistati alla 26° giornata sono gli stessi della Juventus di Conte del 2014. E Lautaro Martinez - 23 gol in 24 presenze - corre per raggiungere e battere i primati di Higuain e Immobile (36 reti).
Nessuno di questi traguardi o di altri simili, compresa la suggestione dello scudetto della seconda stella vinto al cospetto del Milan, vale quanto il sogno di trasferire nella volata Champions la straordinaria bellezza della squadra che Inzaghi ha costruito. E' l'ultimo passo da chiedere prima di chiudere gli occhi e tuffarsi in quello che accadrà.