Pochi mesi fa aveva annunciato il suo sbarco a Venezia con un post su Facebook. Poche righe in cui l’artista turco di origini curde Ahmet Günestekin aveva scritto che avrebbe restaurato Palazzo Gradenigo dove sarebbe sorta la Fondazione Günestekin Art Refinery Venice. Ora l’operazione è stata ufficializzata con un evento privato durante il Carnevale.
Fino a una decina di anni fa questa era la sede di Venis, la società informatica del Comune. Dopo una decina di anni di abbandono, Cassa Depositi e Prestiti ha venduto l’immobile all’artista che aprirà le sue porte al pubblico nel periodo della Biennale. Nel complesso, tra acquisto e restauro, la spesa è stata all’incirca di 10 milioni di euro. Il palazzo risalente al Cinquecento, grande 1900 metri quadri, si affaccia in Campo Santa Giustina a Castello, a pochissimi minuti da San Francesco della Vigna e attaccato ai licei Benedetto Tommaseo. Munito di ascensore, ha sei piani, ognuno con un grande salone e affreschi di Giovanni Scajario, discepolo del Tiepolo, e Costantino Cedini.
La gestione sarà affidata alla società di intermediazione e consulenza immobiliare Studio Culture, specializzata in spazi per artisti, parte del Gruppo Valorizzazioni Culturali e affiliata di Art Events, azienda che organizza eventi in luoghi esclusivi e che ad aprile ospiterà oltre 40 progetti culturali tra Milano e Venezia in concomitanza con la Biennale di Venezia e il Salone del Mobile. «Abbiamo appena seguito l’acquisizione di Palazzo Gradenigo a Venezia, venduto da Cassa Depositi e Prestiti e acquistato da un investitore estero per realizzare una Fondazione d’arte», spiega lo staff di Studio Culture.
«Il Palazzo aprirà con mostre per il pubblico, ma affiancherà anche la ricerca di giovani talenti e la realizzazione di laboratori e residenze per artisti che potranno lavorare in loco». L’immobile inizialmente sembrava fosse destinato a diventare un albergo, ma l’artista ha deciso di acquistarlo per esporre le sue opere, realizzare residenze di artista e dare vita ad altre attività collegate all’arte. Prima del suo abbandono nel 2015 era stato la sede della società comunale Venis, ma la sua fama è passata alla storia per la famiglia patrizia che ci abitava, quella dei Gradenigro, ricordata soprattutto per Pietro, figlio di Jacopo Gradenigro e Paola Morosini e discendente del doge Bartolomeo. Pietro Gradenigro (1695-1766) ricoprì diversi ruoli pubblici, ma il suo nome attraversò la storia per la sua capacità di analizzare i fatti della sua contemporaneità e per la sua biblioteca. Ora le sale ospiteranno le opere dell’artista, autodidatta, che spazia dalla pittura alla scultura e ha alle spalle importanti esposizioni internazionali come Malborough Gallery di New York e attualmente una sua personale mostra a Istanbul. L’idea dell’artista è quella di trasformare il Palazzo in un luogo aperto agli artisti e al pubblico.