SCARMAGNO. La Società agricola operaia di Scarmagno, fondata il 13 febbraio 1904, avrebbe festeggiato quest’anno i 120 anni di intenso impegno sociale e solidale a favore dalla popolazione del paese. Ma purtroppo questa importante ricorrenza non è stata celebrata e non lo sarà nemmeno a breve, visto che la Società, come è ancora chiamata a Scarmagno, è stata messa in liquidazione e ora è in attesa che il liquidatore designato provveda a devolvere, come prevede lo statuto societario, i beni disponibili a una o più associazioni di volontariato che svolgono attività sociali sul territorio comunale, come Croce verde bessolese, parrocchia e Pro loco di Scarmagno.
La decisione della liquidazione è stata presa dall’ultimo presidente in carica Sandro Francesconi (subentrato nel giugno 2018, a pochi mesi dalla scomparsa del compianto predecessore Giuseppe Merlo), il quale ha dovuto prendere atto dell’impossibilità dell’assemblea sociale, composta dalla ventina di soci rimasti, di nominare il nuovo consiglio direttivo alla scadenza del mandato, il 31 dicembre 2022.
Una decisione inevitabile, quindi, ma che il presidente Sandro Francesconi non ha mai pubblicamente confermato, a differenza dell’ultimo vicepresidente ed ex sindaco di Scarmagno, Giampiero Cardone, che ha anche reso noto la reale consistenza dei residui beni societari, pari a circa 16mila euro, ricavati dalla vendita della vecchia sede di via Foghino alla società Cober di Torino.
La ex sede è finita sotto l’attenzione delle cronache nell’ottobre 2022 quando, durante i lavori di ristrutturazione dell’immobile da parte della nuova proprietà torinese, si è verificato un grave incidente sul lavoro per la caduta da un solaio di uno degli operatori, che aveva richiesto l’intervento dell’elisoccorso per trasportare d’urgenza l’uomo gravemente ferito all’ospedale Cto di Torino. Con la liquidazione della Società agricola operaia si perde dopo 120 anni una delle realtà storiche, un tempo importanti, del volontariato sociale e solidale di Scarmagno.
