TRIESTE Una donna ricoverata a Cattinara per l’aggressione subìta dal proprio compagno – P.R., classe 1980 – nella notte di San Valentino. All’ospedale triestino è intervenuta una volante della polizia, allertata dal personale medico che aveva preso in cura la donna.
Il 44enne era già destinatario, per fatti analoghi, del Provvedimento di Ammonimento del Questore di Trieste.
Gli agenti della Questura intervenuti hanno così preso contatti con la vittima, la quale, con evidenti segni di lesione sul corpo e sul volto, ha riferito loro che, dopo avere trascorso la serata di San Valentino con il compagno ed una coppia di amici nella sua abitazione, era iniziata una discussione con il fidanzato.
Nel corso della lite, avvenuta per motivi di gelosia, l’uomo, dopo aver congedato gli ospiti, ha perso la calma e aggredito la donna, afferrandola per il collo e spingendola sul divano; poi, con il ginocchio le ha premuto il costato e l’ha colpita violentemente con dei pugni, rompendole le costole e procurandole un trauma cranico.
Il referto, all’atto delle dimissioni, testimonia 41 giorni di prognosi.
Nella circostanza la donna è riuscita a divincolarsi fuggendo all’interno del bagno dove si è rinchiusa e da dove ha allertato i soccorsi. All’arrivo di questi ultimi, l’uomo è scappato.
La polizia ha appurato come il gesto compiuto dall’uomo fosse tutt’altro che un caso isolato: si trattava dell’ennesimo episodio che attestava una incontrollabile gelosia e una incapacità di frenare i propri impulsi violenti nei confronti della compagna.
La donna ha infatti dichiarato che, nel corso della loro relazione, lunga circa 5 anni, numerosi erano stati gli episodi pregressi di violenza.
I fatti descritti, comunicati alla Procura di Trieste, sono confluiti in un fascicolo d’indagine già aperto e per il quale personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di San Sabba era stato delegato per acquisire elementi utili d’indagine.
Le reiterate violenze subite dalla donna , cui si è aggiunta l’ultima aggressione del 15 febbraio, hanno determinato una richiesta di una misura cautelare da parte del pm titolare del fascicolo che è stata accolta dal Gip di Trieste, il quale ha emesso un’ordinanza per il Divieto di Avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi dalla stessa frequentati tenendosi ad una distanza non inferiore a 500 metri, nonché il divieto di comunicazione con la medesima e l’applicazione del braccialetto elettronico.