Tre indagati per omicidio colposo per la morte del diciottenne Edoardo Zattin, il diciottenne di Este morto il 24 febbraio 2023, a due giorni da un malore accusato al termine di un combattimento di boxe. Sono Matteo Zenna e Luca Lunardi, titolari della palestra Move di Monselice, e Simone Lazzarin, l’allenatore di boxe di Edoardo.
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Sono stati iscritti nel registro degli indagati nelle scorse settimane: siamo ancora nella fase delle indagini preliminari e le parti ne sono venute a conoscenza per la richiesta del pubblico ministero Maria D’Arpa di un accertamento tecnico irripetibile.
Solo pochi giorni fa, venerdì della settimana scorsa, sono stati sequestrati i telefonini e i computer dei tre e ora verranno analizzati. Il primo marzo alle 13, nell’ufficio del magistrato, verrà affidato l’incarico ad un consulente, l’ingegner Pistone, e le parti potranno nominarne uno proprio. Il procedimento aperto ha un numero diverso da quello iscritto nel 2023, contro ignoti, con il quale è stata effettuata l’autopsia sul ragazzo. È ipotizzabile che i due fascicoli siano stati riunificati.
Zenna e Lunardi, difesi dagli avvocati Andrea Formenton e Alessia Barbin, non erano presenti nella struttura il pomeriggio che è successo l’incidente. «I miei assistiti sono sereni e totalmente collaborativi», assicura l’avvocato Formenton. Negli ultimi mesi Zenna ha ceduto le quote della palestra a Lunardi e svolge attività in un’altra palestra, non più in questa.
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L’allenatore Lazzarin è difeso dall’avvocata Roberta Paesante di Rovigo. È tesserato per la Boxe Cavarzere ed era presente al momento dei fatti. Esclusa dall’indagine – almeno da quanto trapelato sino ad ora – la società Iron Dojo che organizzava dei corsi al Move, e chi stava facendo sparring box con Edoardo poco prima che stramazzasse a terra privo di sensi.
Lazzarin ha riferito, durante i primi interrogatori, che Edoardo non è stato colpito da nessuno. Lui e le altre persone, che i carabinieri hanno ascoltato a sommarie informazioni, hanno detto che il diciottenne di Este si è accasciato da solo.
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Dichiarazioni poco credibili per il pm D’Arpa, che sta conducendo le indagini avvalendosi della squadra di polizia giudiziaria della Procura. Il primo marzo, per il conferimento dell’incarico, saranno presenti anche gli avvocati Paola Rubini e Sara Baldon in rappresentanza dei genitori di Edoardo.
L’autopsia sul corpo di Zattin, effettuata dal professor Stefano D’Errico dell’Università di Trieste, ha evidenziato una frattura cranica e conseguente emorragia subdurale, provocata da un trauma violento alla testa compatibile con un pugno. L’incidente risale al 22 febbraio scorso, la morte arriva due giorni più tardi nella Neurochirurgia dell’Azienda ospedaliera padovana. Fra le 19 e le 19.15 Edoardo, mentre si allenava con un 35enne rodigino, si sarebbe fermato per soffiarsi il naso, prima di accasciarsi e di perdere i sensi. Nessuno scambio di colpi a detta dei testimoni, mentre il trauma cranico racconta un’altra storia.