foto da Quotidiani locali
Come con l’alluvione del 2010. E, poi, come con Vaia, più che con Vaia. Perché, in occasione della tempesta che ha devastato il Bellunese, era stato registrato un picco di precipitazioni pari a 187 millimetri nelle 24 ore. E, con l’evento di queste ore, i millimetri sono diventati 188: a Valpore, nel comune di Seren del Grappa, nel Bellunese.
Inutile allora dire della proclamazione dello stato di crisi e della nomina dell’assessore Gianpaolo Bottacin a capo della stessa unità di crisi. Mentre, fino alle 20, resta il livello di massima criticità idraulica (rossa), relativa ai bacini dell’Alto e Basso Brenta, del Bacchiglione e dell’Alpone.
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L’allarme è per buona parte nel Vicentino. «Provincia e città che, senza le opere idrogeologiche realizzate dal 2010 – e, quindi, senza i bacini di laminazione – sarebbero andate sotto» dice il presidente Zaia. «Senza l’attivazione dei bacini di Montebello, Caldogno e Orolo, Vicenza sarebbe stata invasa da più di 3 milioni di metri cubi d’acqua».
E aggiunge Bottacin: «Dal 2020, abbiamo realizzato opere di difesa idrogeologica per 3,5 miliardi di euro, con 2.527 cantieri di difesa del suolo aperti negli ultimi tre anni e 40 milioni di euro investiti in manutenzione ogni anno». Ma intanto ieri a Recoaro (Vicenza) si è toccato un picco di 170 millimetri di pioggia, 208 nelle 24 ore. E poi un totale di 203 a Valli del Pasubio, 200 a Crespadoro, 185 a Sant’Antonio del Tortal, 162 sul Cansiglio.
C’è poi il tema dell’aumento delle temperature, con ciò che ne consegue in termini di scioglimento della neve.
«La quota delle nevicate è passata dai 900-1000 ai 1400-1500 metri» conferma l’assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin. «Tutta acqua che si aggiunge al conto. Anche se, al momento, non c’è il rischio alluvioni».
Ma gli occhi sono puntati sul Retrone e sul Bacchiglione, dove pure è già transitato il colmo di piena. Anche se ad andare sotto, nel Vicentino, è stata la zona intorno allo stadio Menti, «ma per l’eccezionalità delle piogge e per alcuni problemi a livello di rete fognaria, che mi sono stati segnalati dal sindaco Giacomo Possamai» precisa sempre Zaia. Con problemi pure nella zona industriale. Questo, come per ripetere il refrain: noi abbiamo fatto i compiti per casa, e quindi le opere.
Nove bacini di laminazione realizzati, per un totale di quasi 156 milioni di euro. Uno, quello di Montebello Vicentino, in esecuzione (da 55,6 milioni di euro). Tre in affidamento, per un totale di 103 milioni di euro. E altri 10 in progettazione, per un valore prossimo ai 250 milioni.
Eppure i soldi non bastano. «Almeno un altro miliardo di euro» la cifra chiesta da Zaia al governo per completare il piano. «Stiamo collaudando le opere non con le simulazioni, ma con l’acqua vera. Ora ci aspettiamo che Roma ci dia le risorse, dato che stiamo ancora aspettando i soldi per le grandinate». Quanti? «Tanti» replica il presidente, con un mezzo sorriso.
Intanto, salgono a 80 le operazioni di soccorso effettuate su tutta la regione, compresa l’evacuazione di sette persone che erano rimaste isolate in un maneggio di Montebello vicentino e di dieci impiegati delle poste, rimasti bloccati nell’ufficio di strada Marosticana, nel capoluogo di provincia. Poi, quasi un migliaio i volontari della Protezione civile impiegati. E nessun ferito.
Ma non c’è solo Vicenza. Nel Padovano, preoccupa la piena del Bisatto. E si guarda al Veronese, che almeno non deve fare i conti con l’Adige ingrossato.
«I fenomeni si dovrebbero attenuare nelle prossime ore» diceva già ieri mattina l’assessore Bottacin. E infatti il sindaco di Vicenza Possamai ha annunciato la riapertura delle scuole, da oggi: «Il peggio è passato. E, almeno per il momento, i livelli in discesa di Bacchiglione, Retrone e Dioma inducono a un cauto ottimismo. Sicuramente, per mettere in salvo la città, è stato fondamentale l’utilizzo a nord dei due bacini di laminazione».
Già oggi, quindi, il meteo dovrebbe essere più clemente, ma le precipitazioni dovrebbero riprendere già domani, per continuare nei prossimi giorni «Ci sono i presupposti per dire che la situazione è sotto controllo» dice Zaia. «Non abbiamo mai realmente temuto che Vicenza potesse andare sott’acqua. Ma, va detto: basta che piova nel punto sbagliato – e quindi dove ancora non abbiamo realizzato le opere – perché la situazione cambi».
