Il centrodestra ha trovato l’accordo sulle candidature dei presidenti di Regione uscenti per i prossimi appuntamenti elettorali. “I presidenti di Basilicata, Piemonte ed Umbria che hanno ben governato saranno i candidati di tutto il centrodestra unito ai prossimi appuntamenti elettorali regionali. Si tratta della conferma del presidente Vito Bardi per la Lucania, del presidente Alberto Cirio per il Piemonte e della presidente Donatella Tesei per l’Umbria”. Questo il tenore della nota congiunta di FdI, Lega, Forza Italia, Noi moderati e Udc.
Chi sperava nello sfaldamento della coalizione, chi prefigurava e titolava su lotte intestine prossimi venture rimarrà deluso. La parola chiave è “buongoverno”, come evidenziato dal comunicato. Il fronte del centrodestra è unito e non è una novità, quando si è trattato di trovare sintesi virtuose per le prospettive della coalizione. “Noi impariamo dalle vittorie e dalle sconfitte” è stato del resto il commento molto chiaro, con voce sola dopo il voto in Sardegna.
Tutto il contrario per il centrosinistra, non un “campo largo”, ma un “cantiere aperto” e rancoroso. L’ex ministro della Salute Roberto Speranza, uomo forte del Pd in Regione Basilicata, ha proposto Angelo Chiorazzo, re delle Coop bianche, sostenuto dal partito locale. Ma su questa ipotesi di candidatura ha già frenato Giuseppe Conte e parte del Terzo Polo. Nello stesso Pd ci sono dubbi, annota il Corriere: “Si era ipotizzato potesse scendere in campo lo stesso Speranza, che però si dice indisponibile”. E l’occasione di fare il bis dell’operazione Todde appare molto lontana. Si voterà il 21 e il 22 aprile, appuntamento molto importante che precede immediatamente il voto delle Europee.
In Piemonte l’accordo tra Pd e M5S è pure lontanissimo. «Dobbiamo prenderne atto con rammarico: da parte del M5S manca la volontà di arrivare a un accordo». Così parlò Domenico Rossi, il segretario del Pd piemontese. Non c’è ancora un anti-Cirio. “Nessuno lo dice apertamente, ma le vecchie ferite tra l’attuale sindaco di Torino, il dem Stefano Lo Russo, e la sua predecessora Chiara Appendino bruciano ancora”. Lo stesso leader del M5S Giuseppe Conte ha ammesso che in Piemonte «si registra maggiore distanza su temi e interpreti». La prospettiva di una spaccatura è molto probabile. I nomi ventilati sono due: Gribaudo, per tentare la riproposizione dello schema sardo (ma i pentastellati non sono d’accordo); e Valle, che invece viene percepito come «bonacciniano» e moderato tra i dem. I piemontesi andranno al voto l’8 e 9 giugno.
Anche in Umbria l’ipotesi di un accordo nel campo largo non è ancora nato. Bisognerà attendere l’esito delle amministrative. Poi sarà possibile fare qualche ragionamento in più, a sinistra. Il centrodestra ha già deciso di puntare sul buon governo di Donatella Tesei. «Abbiamo lavorato per tenere la coalizione unita e puntiamo alla vittoria in queste Regioni. Così come ovviamente in Abruzzo dove si voterà per eleggere Marsilio il 10 marzo». Il commento, subito dopo l’ufficializzazione dell’accordo, è del senatore Maurizio Gasparri, di Forza Italia. «Confidando ancora una volta nella fiducia dei lucani, il nostro sarà un impegno in continuità con le politiche messe in campo negli ultimi anni e proseguirà nella prossima legislatura rafforzando l’azione in tutti i settori della società lucana», ha argomentato il presidente della Basilicata Bardi.
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