UDINE. "Non ho mai detto di essermi candidato, anzi a tutti quelli che mi hanno chiesto se mi sarei candidato ho sempre risposto che continuo a fare il soldato, e se cambierò idea sarò io che lo comunicherò agli organi di informazione, non c'è bisogno che loro precedano questa mia eventuale dichiarazione".
Lo ha detto a Udine il generale Roberto Vannacci, giunto nel capoluogo friulano per presentare al Cinema Centrale il suo libro Il mondo al contrario.
In merito a indiscrezioni di stampa, in cui si dava per probabile una sua candidatura alle prossime europee nelle fila della Lega, Vannacci ha replicato, a margine dell'incontro, di "non sapere per quale motivo tantissimi esponenti della carta stampata mi tirino per la giacchetta, dicendo che sarò candidato alle prossime elezioni".
"Questo è unicamente frutto della loro fantasia - ha ribadito - se ci sarà una mia decisione nel senso di cambiare mestiere lo comunicherò, ma potrebbe essere la politica, le relazioni internazionali, l'imprenditoria, per ora faccio il mio lavoro con passione e determinazione". Vannacci ha confermato di essere stato nominato capo di stato maggiore del comando delle forze operative terrestri ,"ma sono ancora in affiancamento - ha precisato - assumerò l'incarico nelle prossime settimane". Poi ha fatto riferimento anche alle critiche per il colore dell'accappatoio indossato in occasione del suo tuffo di capodanno a Viareggio, "cosa che faccio da anni ma che si è deciso di immortalare perché c'è tanta attenzione alla mia persona, evidentemente sono scomodo per qualcuno e 'comodo' per qualcun altro".
Polemiche per la sala
Il noleggio della sala del Cinema Centrale di Udine - solitamente frequentato da ambienti progressisti - per la presentazione del libro «Il mondo al contrario» dell'ex comandante della Folgore generale Roberto Vannacci, ha scatenato una polemica sui social proprio all'interno degli ambienti “progressisti” del capoluogo friulano.
Diversi frequentatori delle due sale gestite in città dal Centro espressioni cinematografiche - il Visionario e appunto il Centrale - hanno espresso posizioni critiche nei confronti dell'associazione culturale che, accogliendo Vannacci, avrebbe «contraddetto tutta la sua attività», ha scritto qualcuno, con una scelta che «è un affronto al vostro affezionato pubblico, e una caduta di stile non da poco», ha commentato qualcun altro.
Il Cec ha replicato, sempre attraverso i social, scrivendo che «Il Centro Espressioni Cinematografiche è una associazione culturale di promozione cinematografica. Non esprime alcuna posizione politica», ma «cura la programmazione dei due cinema udinesi e considera le sale luoghi pubblici».
«Ci siamo dati la regola - prosegue il post - che le sale non possano essere negate, a pari condizioni di noleggio, ad alcuno. Il che non significa in nessun modo una condivisione dei contenuti degli incontri ivi ospitati». «Va comunque ribadito - ha concluso il Cec - che questo è un noleggio sala nella cui organizzazione non siamo assolutamente coinvolti».
