TRIESTE. C’è la circolare Roatta sull’ordine pubblico, quella che comanda il trattamento nei confronti dei ribelli nei territori occupati dalla 2ª Armata in Jugoslavia, che “non dev’essere sintetizzato nella formula ’dente per dente’, bensì da quella “testa per dente”. Ma anche una scheda di votazione del referendum sull’Anschluss, l’annessione dell’Austria occupata alla Germania. E poi volantini di guerra psicologica e di cambio forzoso del marco; rapporti sui crimini avvenuti alla Malga Porzus, tra cui quelli concernenti l’uccisione del fratello minore di Pasolini.
Ancora, una rarissima copia dell’ultima edizione del giornale cittadino “Il Piccolo”, che il 28 aprile 1945, pochi giorni prima della resa tedesca in città, sospese le pubblicazioni. E ancora un divieto di acquisto dei cavalli dai cosacchi, che in quel periodo avevano occupato la Carnia, collaborando con i tedeschi. Sono solo alcuni dei quasi 500 documenti storici originali, relativi al periodo dell’occupazione nazista di queste terre, donati all’Irci, Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata, da Ezio Romanò, scrittore, ex manager e grande appassionato di volo.
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«La collezione è frutto di circa trent’anni di ricerche, svolte per lo più nella nostra regione, ma anche in Austria e Slovenia. Setacciando mercatini e vecchi archivi dismessi, nel corso degli anni Romanò ha messo insieme una quantità davvero ingente di materiali relativi a uno dei periodi più delicati, drammatici e bui della storia di queste terre», spiega Piero Delbello, direttore dell’Irci, che insieme al presidente Franco Degrassi ha accolto questa preziosa donazione. «Siamo davvero lieti che Romanò abbia scelto l’Irci per custodire e mettere a disposizione della città questi documenti».
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Gli scritti si riferiscono quasi tutti al periodo che va dal settembre del 1943 all’aprile del 1945, quando le province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana furono sottoposte alla diretta amministrazione militare tedesca, sotto il nome di Zona d'operazioni del Litorale adriatico (Operationszone Adriatisches Küstenland - Ozak). Vi sono anche documenti che precedono o seguono il periodo dell’occupazione tedesca, utili per ricostruire meglio la situazione dell’epoca. Sono perlopiù disposizioni della polizia italiana e delle forze partigiane; scritti che testimoniano gli attriti politici tra partigiani italiani e sloveni; disposizioni degli occupanti tedeschi, della X Mas, dei servizi segreti badogliani; salvacondotti per il rientro in Italia dei prigionieri dei lager, prima e dopo la caduta del nazismo; tessere varie. Ci sono alcune valutazioni politiche sulla situazione interna; manifestini delle parti in conflitto; inviti ai soldati italiani a non seguire gli ordini di Badoglio e ad arruolarsi nella Wehrmacht.
Tra le carte ci sono anche attestati austriaci che mostrano le ristrettezze e i lutti patiti da quel popolo a causa del nazismo, tra cui un documento a firma del noto maggiore Phillipps, che poteva vantare 206 vittorie aeree, con data antecedente la sua morte, avvenuta cinque giorni dopo per la mancata apertura del paracadute. Ci sono molti volantini di propaganda, che illustrano i tentativi di influenzare l’opinione pubblica da parte dei protagonisti del conflitto, e alcuni volantini che sono palesemente dei falsi, usati per la guerra psicologica: a questo scopo venivano impiegati anche volantini della prima guerra mondiale.
Danno testimonianza di una burocrazia tedesca molto efficiente, in grado di far giungere in poche ore le disposizioni scritte anche all’ente di provincia più lontano. Poiché anche la carta scarseggiava, le nuove disposizioni nei territori dell’Asse venivano stampate praticamente su qualsiasi foglio disponibile: vecchie circolari, quaderni di scuola, pagine in bianco di libri già pubblicati, carta da pacchi.