Dal Ben: «Quando le persone stanno male vogliono essere curate nelle migliori strutture. Competizione alta ma intendiamo crescere e diventare riferimento anche per Ortopedia e Neurologia»
Una volta raggiunta la vetta, bisogna allargarne la superficie, trasformandola dallo spazio angusto per pochi, a un’area in cui tutti i primi possono trovare spazio. Ed essere riconoscibili da lontano. È questo, in sintesi, il pensiero del direttore dell’Azienda Ospedale Università Giuseppe Dal Ben «perché quando una persona sta male, vuole farsi curare nel centro migliore e noi vogliamo diventare riferimento per un numero sempre maggiore di patologie».
TRAPIANTO RECORD
Un circolo virtuoso innescato dal trittico didattica, ricerca e assistenza, i cui risultati sono già ampiamente tangibili in alcuni ambiti, come quello della Chirurgia Toracica diretta dal professor Federico Rea: «Qualche giorno fa hanno eseguito due trapianti di polmone nello stesso giorno» rivela Dal Ben «per noi era la prima volta in un’impresa del genere in tempi così stretti. Si tratta di interventi molto complessi che possiamo realizzare grazie alle professionalità che abbiamo oltre, ovviamente ai donatori, cui va sempre il nostro pensiero, perché senza di loro non potremmo fare nulla».
I riceventi sono due uomini veneti di circa cinquant’anni: «I trapianti sono una delle nostre eccellenze» prosegue il manager «nell’anno appena concluso abbiamo raccolto grandi successi su questo fronte. Del resto come Azienda Ospedale Università siamo nati per questo, accettare sfide e offrire eccellenza, ma siccome la competizione è tanta, una volta che abbiamo raggiunto dei risultati dobbiamo prima di tutto mantenerli e, parallelamente, spostare immediatamente l’asticella un po’ più in alto».
ALTA SPECIALIZZAZIONE
Complessivamente in via Giustiniani ci sono 51 centri regionali specializzati – ovvero strutture che svolgono attività di rilevanza clinica, ricerca e supporto alle reti definite nel Piano del Sistema sanitario regionale – e 15 centri di riferimento per il Veneto, ovvero capofila regionali per il loro settore.
Tra questi, il più recente è il Centro regionale per la terapia cellulare del diabete, quindi ci sono quello per lo sviluppo della ricerca traslazionale nell’ambito della chirurgia oncologica, per le tecnologie della teleriabilitazione e il termalismo, per l’oncofertilità, per la diagnosi e certificazione della celiachia in età adulta e in età pediatrica, per diagnosi e cura della sensibilità chimica multipla, per la medicina di laboratorio, per il bambino maltrattato, per la diagnostica molecolare su cellule e tessuti. E ancora per la genofenotipizzazione ed epidemiologia molecolare degli agenti da infezione per la diagnostica microbiologica e virale, per l’ipovisione infantile e dell’età evolutiva, per cure palliative e terapia antalgica pediatrica, per i disturbi del comportamento alimentare e per l’invecchiamento cerebrale. Quindi ci sono 6 strutture di riferimento regionale: Andrologia e Medicina della riproduzione, Cardiochirurgia, Virologia, Tossicologia Forense (per lo sviluppo del modello assicurativo regionale), Malattie Endocrine (per la Iodoprofilassi) e Patologia Cardiovascolare per la sindrome della morte improvvisa e di quella inaspettata sul feto. «Tuttavia ci sono altre patologie in cui vogliamo diventare centro di riferimento» prosegue Dal Ben «ad esempio, l’Ortopedia e la Neurologia. Pensiamo a malattie come la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica. Quest’ultima, malgrado sia una malattia rara, sta vedendo aumentare la sua incidenza».
MALATTIE RARE
In questo ambito l’Azienda Ospedale Università è centro di riferimento europeo di 22 delle 24 malattie rare: «Ma anche qui il lavoro non è finito» garantisce il manager di via Giustiniani «le evidenze ci insegnano che una volta individuate queste patologie dovremo essere in grado di rinchiuderle in una sorta di sottoinsiemi ancora più piccoli, distinguendo tra le malattie rare e i sottotipi ancor più rari. E una volta individuate va trovato un modo per curarle. Un caso lampante è quello della Sma, ovvero l’atrofia muscolare spinale che, se riconosciuta a pochi giorni dalla nascita può essere gestita con successo».
IRCCS
In attesa del riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per la Pediatria – «ora nell’iter ministeriale, ma spero che il 2024 sia l’anno buono» –, l’Azienda continua con la sua formula «perché formazione e ricerca portano a migliorare l’assistenza» conclude Dal Ben «la squadra è quindi fondamentale. Quindi, sebbene abbiamo salutato professionisti importanti come Scaroni, De Lazzari, Gervasi e Da Dalt, dobbiamo continuare a cercare i migliori, dentro o fuori dalla nostra Azienda, per poter proseguire su questa strada». —