PAVIA. È partita la prima tranche dell’intervento di recupero di una parte della basilica di San Michele.
Lavori dal costo di 1 milione e 424mila euro, finanziati con 1 milione di euro da Fondazione Cariplo, attraverso il bando degli Emblematici maggiori del 2021, e con 324mila euro dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana, mentre altri 25mila euro provengono dalla Fondazione Rovati di Monza. All’appello mancano ancora 75mila euro che la parrocchia e l’associazione Il Bel San Michele sperano di recuperare appellandosi alla generosità dei pavesi.
Il cantiere
I ponteggi sono già stati installati sul lato che si affaccia su via Scarpa e la prima fase è iniziata con la pulizia del sottotetto della navata centrale dove si erano accumulate tonnellate di guano di piccione. Si è proceduto con la sanificazione dell’area e con la chiusura di tutti gli accessi, in modo da evitare nuovamente l’ingresso dei volatili. E ora i lavori entreranno nel vivo, con il restauro della seconda volta della navata centrale, la deumidificazione di alcuni muri esterni, l’installazione di nuovi impianti di videosorveglianza, fonia e illuminazione, ma anche con il recupero del mosaico presbiteriale. Si tratta di alcuni degli interventi programmati all’interno di un progetto complesso che era stato selezionato da Fondazione Cariplo, ma che non aveva ottenuto tutti i 2,1 milioni richiesti, per cui si era stati costretti ad una limatura delle opere previste.
«In un primo tempo si pensava di restaurare tre volte e l’abside – spiega il presidente dell’associazione Il Bel San Michele Vittorio Vaccari – ora ci concentreremo su quella vicina alla volta dell’Incoronazione, recentemente recuperata. I primi sondaggi hanno già evidenziato la presenza di affreschi». Sarà inoltre più contenuta la sistemazione del perimetro inframurario che si voleva rendere completamente percorribile, anche utilizzando i matronei.
Due anni di opere
I lavori avranno una durata di due anni e si divideranno in otto fasi, prevedendo anche la sistemazione della sagrestia, che accoglierà una sala multimediale, oltre a indagini archeologiche nell’area del campanile, al restauro dell’organo Amati, risalente al 1840, ad un impianto antincendio.
«Il progetto è realizzato dalla stessa ditta che sta realizzando il sistema antifumi per la cattedrale di Notre-Dame a Parigi e l’obiettivo è la tutela dell’enorme patrimonio artistico e architettonico custodito in San Michele – spiega Vaccari -. L’attuale impianto di videosorveglianza è ormai obsoleto, sarà potenziato con un sistema più moderno e sofisticato. Sarà poi realizzato un nuovo impianto di illuminazione, con la posa di una nuova rete di alimentazione, peraltro senza bucare il soffitto della basilica. Avevamo presentato a Fondazione Cariplo otto progetti autonomi che, come comun denominatore, avevano il proseguimento del recupero della basilica, un gioiello che abbiamo l’obbligo di trasmettere alle future generazioni”. Intanto è iniziato anche il restauro dell’organo Amati di cui dovrà anche essere integrata la porzione andata distrutta anni fa. Un intervento da 280mila euro che prevede anche la messa in sicurezza degli spazi che accoglieranno il nuovo organo nelle ultime due campate del matroneo nord». —
Stefania Prato
