foto da Quotidiani locali
Le fondamenta delle futura scuola elementare intitolata a Piero Angela sono state gettate. Letteralmente. Come si vede dalla foto aerea scattata pochi giorni prima dello scorso Natale, operai e tecnici del raggruppamento temporaneo di imprese tra Pavoni spa di Vobarno ed Enpower srl di Brescia che si era aggiudicato l’appalto comunale da 12.5 milioni di euro (finanziato in parte con fondi del Pnrr), hanno completato la base su cui erigere l’istituto che accoglierà alunni e personale delle elementari De Amicis, don Leoni e don Minzoni. «Sarà un edificio innovativo, io dico spesso che sarà la Tesla delle scuole» si sbilancia l’assessore ai lavori pubblici, Nicola Martinelli.
La nuova scuola primaria sorgerà su un appezzamento di 4.500 metri quadrati tra via Rinaldo Mantovano e strada Chiesanuova, vale a dire nel cuore dei quartieri della periferia sudovest della città. Sarà a due piani, avrà quindici aule (tre sezioni montessoriane) e potrà ospitare 375 bambini «Non c’è dubbio che le sedi scolastiche attuali risentano degli anni e abbiamo approfittato dei bandi del Pnrr per progettare la costruzione di un edificio moderno e in grado di rispondere alle nuove esigenze climatiche e didattiche _ dice l’assessore _ per quanto riguarda la tempistica, noi puntiamo, se possibile, ad inaugurarla nell’anno scolastico 2025-2026 anche se realisticamente potrebbe entrare in funzione nel settembre 2026». Il contratto d’appalto prevede la consegna dell’opera entro il 30 agosto del 2025. Ma poi ci sono i collaudi.
Non sarà esagerato paragonare la nuova scuola alle auto hi-tech della Tesla? Martinelli sorride. «Naturalmente è solo una battuta _ risponde _ ma con quel paragone voglio dare l’idea di quanto sarà innovativo l’edificio scolastico che stiamo costruendo. Innanzitutto sarà all’avanguardia dell’efficientamento energetico, come richiesto dalle linee guida europee. Sarà una scuola a consumo zero. Per farle un esempio concreto, in un dicembre come quello appena trascorso, con temperature fresche ma sopra le media, in quella scuola non avrebbero mai dovuto accendere il riscaldamento. Cosa che invece hanno dovuto fare le altre scuole costruite decenni fa. Voglio dire che anche con temperature rigide, la nuova primaria avrà un consumo minimale e impatto climatico trascurabile». La concezione degli spazi interni risponde alle nuove esigenze della didattica. Non dimentichiamo che la scuola è l’ambiente dove i bambini passano diverse ore della loro giornata. «Naturalmente viene costruita con tutti i parametri antisismici previsti dalle normative _ premette Martinelli _ all’interno avrà spazi molto più ampi rispetto agli istituti a cui siamo abituati. Aule più spaziose, insomma, più luminose e con pareti modulari mobili. Questo significa che potranno essere modificate in base alle esigenze delle attività. Si potrà, ad esempio, togliere temporaneamente la parete divisoria tra due aule per crearne una più ampia. O fare l’operazione contraria». L’edificio è stato progettato in Bim (Building information modeling), un processo basato su modelli 3D intelligenti utilizzato sempre più spesso da architetti e ingegneri. «Sarà la prima scuola in città ad essere progettata attraverso questo software» dice Martinelli.
Era da tempo che in via Roma si valutava la possibilità di riunire le tre scuole elementari della periferia sud della città in un unico edificio. Si iniziò a parlarne già una ventina di anni fa, suscitando tuttavia malumori tra le famiglie che non volevano perdere le scuole di quartiere. Purtroppo la distribuzione delle iscrizioni nei tre distinti istituti porta frequentemente a squilibri evidenti nei numeri. Basta pensare che la dirigente del comprensivo, qualche mese fa, aveva lanciato l’allarme sulle difficoltà nell’accettare tutte le iscrizioni alla scuola don Leoni. Che fine faranno le tre scuole quando verrà inaugurata quella nuova? La don Leoni verrà messa in vendita, mentre don Minzoni e De Amicis ospiteranno associazioni e Cpia.
