Influenza e Covid stanno colpendo duro e gli effetti si fanno sentire nei luoghi di lavoro. Tante le assenze per malattia con inevitabili disagi, sia per gli utenti che sbattono contro servizi a singhiozzo, sia per quei lavoratori che devono coprire turni aggiuntivi.
Corse del trasporto pubblico che saltano, bar e ristoranti costretti a chiusure forzate, doppi e tripli turni fra Natale e Capodanno nei servizi essenziali, dalla sanità al tribunale. E il grande punto interrogativo su fabbriche e imprese su cui incombe il rischio di una ripartenza a ranghi ridotti.
«Per il settore degli esercizi pubblici il problema della carenza di personale c’era ben prima di questa stagione caratterizzata dalle numerose assenze per malattia» rileva Filippo Segato, direttore dell’Appe padovana, «e in questo periodo si è acuito, tanto più che la mole di lavoro grazie alle festività era aumentata. Ci sono locali che si sono visti costretti a chiudere proprio nei giorni in cui avrebbero potuto lavorare di più. L’unico lato positivo, se così vogliamo dire, è che gennaio, dopo l’Epifania, è solitamente un periodo di flemma per la ristorazione e in molti ne approfittano per qualche giorno di vacanza».
Per Segato è necessario intervenire sulle regole: «Servono contratti flessibili per poter assumere in maniera veloce, con tutte le regole e le garanzie del caso, per il lavoratore per il datore» sottolinea Segato, «ma con iter semplici e veloci. Si creerebbe più dinamismo fra domanda e offerta, con studenti ma anche casalinghe che potrebbero inserirsi nel mondo del lavoro, scegliendo di lavorare qualche giorno a settimana o qualche fine settimana al mese».
Sono numerose le corse degli autobus, urbani ed extraurbano, che stanno saltando perché diversi autisti sono a letto influenzati o con il Covid. I colleghi risparmiati dai virus sono chiamati a coprire turni aggiuntivi, accumulando straordinari su straordinari.
Anche in tribunale, nella settimana fra Natale e Capodanno, i pm sono stati costretti a doppi e tripli turni per sostituire colleghi ammalati. Negli ospedali la situazione non è migliore. Gli accessi ai Pronto soccorso stanno registrando un incremento dell’8% rispetto alla media giornaliera, e tante persone sono ricoverate, con le Terapie intensive piene come nelle peggiori fasi della pandemia.
E il personale è in affanno: quasi un centinaio di medici e infermieri tra Ospedali dell’Usl 6 Euganea e Azienda Ospedale Università di Padova a casa con il Covid a cui si sommano gli influenzati: «La cronica carenza di personale in corsia in questo periodo si fa sentire a maggior ragione» conferma Luigi Spada della Uil, «non servivano i malanni di stagione per creare disagio fra il personale sanitario, ormai abituato a farsi carico di turni aggiuntivi, o saltare riposi. Ora, in più, in un contesto particolarmente gravoso, visto l’aumento dei ricoveri, con diversi reparti strapieni».
Oggi oltre alle scuole - con inevitabili assenze fra gli alunni ma anche fra i docenti fare vacanza - riaprono molte attività che hanno approfittato del periodo festivo per fare vacanza e ovviare così alle assenze per malattia: «Nella prima parte di dicembre non ci sono state situazioni allarmanti» osserva il presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio, «moltissimi settori dell’artigianato sono però alle prese con le difficoltà di reperimento del personale, quindi già sotto organico, motivo per cui picchi di influenza potrebbero creare oggettive difficoltà operative soprattutto nelle piccole realtà produttive che ripartono dopo la pausa festiva. C’è da dire» osserva Dall’Aglio, «che l’emergenza Covid ci ha insegnato a convivere con assenze causate dai virus e ci siamo dovuti attrezzare per fronteggiare il problema».