foto da Quotidiani locali
TRIESTE C’è anche un triestino tra i tour manager del “Cirque du Soleil”, il grande circo internazionale che porta in tutto il mondo artisti e atleti specializzati in evoluzioni altamente spettacolari, protagonisti di eventi noti ovunque. Si tratta di Marco Macchi, che vive da tempo a Buenos Aires, la capitale dell’Argentina, che ha scelto dopo aver girato in diversi paesi lavorando come esperto nella logistica dei grandi eventi. Marco ha già lavorato per le Olimpiadi del 2016, in Brasile, e in altri contesti internazionali di rilievo.
Ora, per l’appunto, è il momento del “Cirque du Soleil”, lo show itinerante lanciato a Montreal nel 1984. Ed è proprio dal Canada che, circa un anno fa, è partita una chiamata, diretta allo stesso Macchi: «Durante i Giochi di Rio ho maturato, e poi li ho mantenuti, tanti contatti nel settore. Da qui è nata la telefonata con la quale mi è stata proposta questa nuova avventura, con una precisa responsabilità per le tappe argentine. Nel tour management, attualmente, siamo in quattro. Io mi occupo della parte operativa, di tutto ciò che riguarda la logistica nel senso più ampio: ad esempio i visti necessari, gli spostamenti, i pernottamenti, ogni dettaglio legato alla movimentazione di cose e persone al seguito. Ed è un’organizzazione davvero grande, considerando che le persone fisse dello show sono un centinaio, e che a queste se ne aggiungono tantissime altre in ogni tappa».
Un impegno faticoso, insomma, ma ripagato da un ambiente unico: «Tutti conserviamo dei ricordi di quando eravamo bambini e andavamo al circo, in questo tendone dove vedevamo cose straordinarie. Da allora il circo si è evoluto moltissimo e in particolare il “Cirque du Soleil” è oggi l’essenza della creatività, della sorpresa, data dall’immagine creata da costumi e trucchi favolosi e, naturalmente, dall’abilità messa in scena dagli artisti-atleti e da chi si occupa della parte tecnica e scenografica».
Per Marco la quotidianità è fatta di spostamenti, anche importanti: «È una vita nomade, quella classica del circense, e lo è per qualsiasi ruolo previsto nello staff. Si gira sempre, e si convive con molta gente. Stiamo assieme tante ore, in uno spazio che non è quello tradizionale di un ufficio, ma che solitamente può essere un tendone, il punto scelto per i montaggi. È tutto così frenetico e affascinante».
La valigia sempre in mano è una costante per Macchi, che ha lasciato Trieste a 22 anni, dopo gli studi, per esplorare il mondo, dall’Australia - attraverso degli incarichi legati al mondo del turismo - fino a Buenos Aires: «In Argentina mi trovo molto bene, certo questa terra ha qualche difficoltà, ma nel complesso è bella. La gente, soprattutto, è eccezionale».
E ora, dunque, nella sua vita c’è il “Cirque du Soleil”: «Qui danno tutti il 100% con entusiasmo. Sono circondato da professionisti che lavorano ogni giorno, per tante ore, perché vogliono che ciò si crea insieme sia perfetto, e che per questo cercano di dare sempre qualcosa in più. Sono contento di far parte di questo progetto».
Un’altra grande gratificazione, per il triestino Macchi, «è assistere al risultato finale, agli applausi del pubblico, allo stupore, alla gioia di bambini e adulti. Sono sensazioni che mi rendono felice e orgoglioso, ogni giorno»