Le acque termali per scaldare la città, questo sarà possibile grazie a oltre 4 milioni di euro di finanziamento per sviluppare il progetto di teleriscaldamento dell’area urbana.
Montegrotto come Reykjavik, dunque: dopo molti anni di progetti e discussioni, l’amministrazione riesce a far partire il primo progetto di riscaldamento pubblico grazie all’utilizzo delle acque calde che naturalmente sgorgano a Montegrotto.
Un progetto messo a punto assieme all’Università di Padova già nel 2019 ma un costo di avvio così alto che non si erano trovati finanziatori privati disponibili a investirci, visti anche i tempi lunghi di ritorno dell’investimento.
Ora il progetto è risultato assegnatario di un consistente finanziamento dal Pnrr, oltre 4 milioni di euro, che permetterà di portare a termine il primo stralcio, riscaldare con le acque termali reflue (cioè quelle già utilizzate dagli alberghi per fanghi e piscine) l’area più centrale comprendente gli uffici comunali, la parrocchia, l’oratorio, la scuola materna e alcuni edifici privati. Questo progetto potrà poi allargarsi anche a una zona molto più ampia.
Gli scogli da superare per l’utilizzo dell’acqua termale per il riscaldamento sono due: uno normativo, che vieta l’utilizzo della risorsa per scopi diversi da quello sanitario, l’altro il costo delle infrastrutture necessarie. Il primo è stato superato con la scelta di provare a riutilizzare i milioni di metri cubi di acqua calda termale scaricati nelle condotte fognarie dagli stabilimenti termali a valle dell’utilizzo curativo, il secondo appunto con un finanziamento a fondo perduto di 4.345.000 euro, assegnati da un finanziamento dell’Unione Europea “Next Generation Eu”.
«Riusciamo finalmente a dare concretezza a un progetto di cui si parla da decenni, che non ha mai visto realizzarsi nulla, anche per il groviglio tra interessi particolari e normative obsolete», commenta il sindaco Riccardo Mortandello. La rete di teleriscaldamento proposta è una rete innovativa che rientra nella definizione di rete di teleriscaldamento-raffrescamento di quinta generazione.
Infatti utilizza in inverno i reflui termici degli stabilimenti termali di Montegrotto. «I reflui termici degli hotel alimentano le centrali termiche costituite da scambiatori di calore e pompe distribuiti lungo la rete».
Il circuito ha una temperatura di mandata di 45° C e di ritorno di 25° C. Le prime utenze che si intendono allacciare sono dotate di radiatori (sono case non nuove) e pertanto le sottocentrali sono costituite da pompe di calore. «In futuro, successivamente al primo stralcio, altre utenze a bassa temperatura potranno essere allacciate direttamente mediante uno scambiatore di calore», continua Mortandello.
Complessivamente si prevede che la rete sia estesa per 1,1 km per un totale di 85 edifici già censiti, 60 dei quali già collegabili. La rete prevede la totale assenza di combustione e l’accoppiamento di energia elettrica da fotovoltaico.
A fine aprile di quest’anno il Comune di Montegrotto ha già realizzato una Comunità Energetica Rinnovabile e ha pianificato l’installazione di pannelli fotovoltaici su tutti gli edifici pubblici idonei.
«Per arrivare a costruire un progetto così articolato», afferma ancora il sindaco, «siamo partiti da lontano e abbiamo seminato molto. Oltre che dagli uffici tecnici e dall’impegno personale del presidente del consiglio comunale Renato Signorelli, siamo stati coadiuvati da consulenti esterni come Giorgio Bassan, Angelo Rossi, Franco Ferraro, il responsabile scientifico Jacopo Vivian, e il professor Alberto Guglielmi dell’Istituto di Fisica nucleare di Padova. Sempre per l’Università Michele De Carli, progettista dell’Ateneo. Il gruppo lavora dal 2017».
Il primo passo è stato il coinvolgimento del Bioce, l’ente regionale di salvaguardia dell’assetto ambientale ed idrogeologico del Bacino Idrominerario dei Colli Euganei, e alcuni dipartimenti dell’Università di Padova.
Valutata la prefattibilità dell’idea, è stata stipulata una convenzione tra Comune e il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Padova per lo Studio sui diversi modi di utilizzo della specificità geotermica.
«La soddisfazione», commenta il consulente Giorgio Bassan, «è sicuramente grande, perché si va verso la trasformazione di Montegrotto in città “carbon free” ben prima della data stabilita del 2030».
