TRIESTE Crocevia sportivo per eccellenza, Bologna e il PalaDozza rappresentano “the Game”, la sfida della Pallacanestro Trieste alla Fortitudo per detenere momentaneamente il potere nel girone “rosso” di serie A2.
Ideale interlocutore non può che essere il general manager Michael Arcieri, vigile addetto ai lavori sul percorso di crescita del gruppo forgiato agli ordini del coach Jamion Christian.
Arcieri, quali le sensazioni a pochissimi giorni dalla sfida di sabato?
«Ho fiducia perché stiamo crescendo, giocando abbastanza bene e soprattutto consolidando una conoscenza reciproca che ci permette di esprimerci meglio».
Sempre parlando di tempi, si è spesso definito il lavoro in palestra un “work in progress” anche per immergere coach Christian nella realtà della serie A2 italiana. Vedendo i risultati, il tempo dell’apprendimento può essere considerato concluso?
«Sarebbe un errore considerare un percorso concluso, anche perché ci sono ampi margini per migliorare il prodotto. Penso che si debba continuare su questa strada, limando e trasformando situazioni complesse in vantaggi. Un esempio? Michele Ruzzier, sta giocando benissimo perché ha trovato la sua dimensione, in connessione con Brooks da guardia, generando benefici a tutta la squadra. Viceversa quello su cui dobbiamo lavorare è mettere a proprio agio Ariel Filloy, per esempio, facendolo tornare quello di Piacenza, cioè liberandolo per il tiro o comunque mettendolo nelle migliori condizioni per offendere».
Si vince contro Cento, ottava vittoria consecutiva, ma la testa di tutti era rivolta alla sfida con Bologna. Cosa ci sarà da aspettarsi alla luce dell’infausta partita di andata e dei progressi triestini?
«Ci sarà da aspettarsi una partita molto fisica, esasperata dal punto di vista tattico. Non penso proprio vedremo un match in cui una della due squadre supererà i 90 punti, penso piuttosto una sfida sui 70 punti. Noi dovremo imporre la nostra fisicità, l’atletismo e il ritmo, perché correndo potremmo mettere in difficoltà i bolognesi. Sarà una partita da personalità forti, perché conosciamo tutti la piazza, l’ambiente del PalaDozza e il calore dei tifosi».
Nonostante i risultati premiassero il gruppo allenato da coach Christian e nonostante la società avesse attuato iniziative rivolte al coinvolgimento degli appassionati, il numero di spettatori registrati contro Cento ha mostrato un vistoso calo, certamente anche figlio di negozianti al lavoro e di influenze ramificate sul territorio. Qualcosa di cui preoccuparsi?
«Sono sincero, non mi aspetto mai nulla perché non conosco ancora il triestino fino in fondo. Mi è stato detto che molti erano a sciare e altri al lavoro, però non ho ancora tutti gli elementi per farmi un’idea definitiva. Quello di cui sono sicuro è il lavoro che facciamo sul campo e quello fuori dal campo per avvicinare più persone possibili alla nostra realtà, e faremo ancora ulteriori iniziative atte a scaldare la piazza. Ribadisco che è un percorso conoscitivo anche per me, intanto però cerco e cerchiamo di fare il meglio possibile sul campo».
Pallacanestro Trieste-Fortitudo Bologna sarà decisiva per il primo posto?
«Non mi piace parlare di partite decisive, c’è troppa strada ancora. Dico sicuramente che è una partita fondamentale, che determina un vantaggio, ma se non la rapportiamo alle prossime difficili sfide, non vale oltre i due semplici punti in palio».
