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Antonio Juliano: bio dello storico capitano del Napoli

Antonio Juliano: la storia del capitano del Napoli, nel post a cura di Napoli Fans

Il 13 dicembre, a pochi giorni dal suo compleanno (avrebbe compiuto 81 anni il 26 dicembre) ci lascia Antonio Juliano, lo storico capitano del Napoli a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 e a lungo recordman di presenze in maglia azzurra (superato poi da Bruscolotti e, in epoca più recente, dallo slovacco Hamsik), poi lungimirante dirigente, capace di portare a Napoli calciatori del calibro di Krol e Maradona.

In questo post a cura di Napoli Fans vogliamo ripercorrere insieme a voi la carriera del calciatore e del dirigente Antonio Juliano, per il nostro consueto spazio dedicato agli sportivi napoletani più importanti di sempre. Bentornati sul nostro portale!

Antonio Juliano con il Napoli: una storia d’amore lunga 17 anni

Antonio Juliano nasce il 26 dicembre del 1942, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, nella periferia orientale del capoluogo partenopeo.

Soprannominato “Totonno”, Antonio Juliano è un napoletano atipico, non legato agli stereotipi classici del napoletano caciarone e chiacchierone. Juliano è sempre stato un uomo serio, orgoglioso delle proprie origini e tenace nella vita, come nel pallone.

La sua carriera di calciatore inizia da ragazzino nella Fiamma Sangiovannese, quando viene adocchiato dal talent-scout Giovanni Lambiase, che lo porta nelle giovanili del Napoli. Già a livello giovanile, Juliano diventa uno dei pilastri della squadra, tanto da convincere Pesaola a portarlo con sé in prima squadra, facendolo debuttare a soli 17 anni in coppa Italia contro il Mantova (semifinale della coppa italiana) il 31 maggio del 1962. La squadra versa nella serie cadetta ma quell’anno raggiunge la promozione in A e vince il suo primo trofeo della sua storia: quella coppa Italia strappata alla SPAL per 2-1 nella finale di Roma. Antonio Juliano vincerà così il suo primo trofeo della carriera con la squadra del cuore (peraltro unica squadra italiana nella storia della competizione ad essersi aggiudicata la coppa Italia, partendo dalla serie B).

Il debutto in A è contro l’Inter il 17 febbraio del 1963, ma non va bene: il Napoli perde 5-1 in casa contro la squadra stellare di Helenio Herrera e Angelo Moratti. La squadra retrocede nuovamente in B dopo solo un anno di permanenza in A.

A partire dalla stagione 1963-64 Juliano inizia a far parte in pianta stabile del nuovo Napoli, che nel frattempo è stato prelevato dal presidente Fiore. Insieme a tanti altri napoletani in squadra e al brasiliano Canè, la squadra raggiunge la promozione in A nella stagione 1964-65. Per Juliano in serie B saranno 39 partite con 3 gol realizzati, conquistando la casacca n°8. Ben presto diviene anche capitano della squadra in giovanissima età.

A partire dalla stagione 1965-66 la società conosce un lungo periodo durante il quale gioca nella massima serie senza mai più retrocedere in B (almeno fino alla stagione 1997-98). Juliano è affiancato da tanti altri grandi giocatori, esaltando così le sue doti in mezzo al campo. Il presidente Fiore acquista Sivori e Altafini, poi Zoff in porta e la squadra arriva sin da subito ai primi posti nella massima serie, deliziando il pubblico del San Paolo con partite entrate nella storia del club. Questo senza però mai entrare appieno nella lotta scudetto, sempre appannaggio delle squadre del Nord.

Nel 1966, Juliano ottiene la prima convocazione per la Nazionale B e, il 18 giugno debutta in Nazionale A, a Milano, disputando il secondo tempo con l’Austria.  E’ nella lista dei 22 azzurri senza però giocare, per i Mondiali in Inghilterra.

La prima volta che gli azzurri concretamente ambiscono allo scudetto è nella stagione 1970-71. Nel frattempo il presidente non è più Fiore ma Ferlaino (che è vicino a cedere Juliano al Milan per 800 milioni ma costretto a tornare sui suoi passi per il fermo rifiuto del centrocampista di lasciare Napoli), e la squadra può contare ancora su Totonno, Zoff e Altafini, a cui si aggiunge anche il napoletano Improta.

La squadra giunge a giocarsi lo scudetto a Milano contro l’Inter: gol di Altafini per gli azzurri, recuperati però da una doppietta (tra le polemiche) di Boninsegna.

Nella stagione 1974/75, il Napoli e Juliano sono di nuovo ad un passo dallo scudetto, che stavolta va alla Juventus, con un sogno svanito per soli due punti. In quell’anno, nella gara decisiva di Torino, è proprio Juliano, da vero capitano a pareggiare la rete iniziale di Causio, con un gran tiro da fuori area di esterno destro. Siamo negli anni del Napoli di Vinicio, che si ispira nella tattica e nel gioco, al calcio totale dell’Olanda, vera e propria novità per il calcio italiano dell’epoca. Tutti che fanno tutto. Nell’occasione dello scontro diretto, la rete finale è di Altafini, proprio l’ex, che diviene così “Core n’grato”.

Nella stagione 1975-1976, Juliano vince il suo secondo e ultimo trofeo della sua carriera a Napoli: si tratta nuovamente della Coppa Italia, nella finale contro il Verona (vinta per 4-0).

Quella squadra, costruita dal presidente Ferlaino per vincere lo scudetto, con l’acquisto del bomber dell’Italia Savoldi per ben 2 miliardi di lire, non andrà oltre questa affermazione, fallendo invece in campionato. Nella stessa stagione, Juliano alza un altro trofeo, per l’epoca abbastanza importante a livello continentale: si tratta della coppa di Lega italo-inglese, ultima squadra italiana a conquistarla, nella finale contro il Southampton.

Nella stagione successiva, il Napoli va vicino anche alla vittoria della Coppa delle Coppe, che sarebbe stata la prima affermazione europea per la squadra azzurra. Purtroppo però la squadra si ferma in semifinale contro i belgi dell’Anderlecht, che eliminano gli azzurri nella partita di ritorno in Belgio, ribaltando la vittoria azzurra della gara di andata (1-0 gol di Bruscolotti, che poi erediterà la fascia di capitano proprio da Juliano, dopo la sua partenza).

Nel 1977/78, il Napoli perde la sua terza Coppa Italia in finale contro l’Inter (2-1) e Totonno Juliano decide di chiudere la carriera al Bologna di Pesaola per alcuni dissidi con il presidente Ferlaino.

Lascia gli azzurri dopo 505 presenze e 38 reti realizzate tra campionato e coppe.

Nella sua ultima stagione da calciatore risulta decisivo proprio per la salvezza degli emiliani, grazie ad una sua rete contro il Torino. Per lui in quella stagione solo 15 gare, siglando due reti.

Antonio Juliano Dirigente

Juliano ricompare nel Napoli qualche anno più tardi, richiamato proprio dallo stesso Ferlaino, che gli affida il ruolo di direttore sportivo del club azzurro. Proprio Juliano, forse ancora memore del Napoli di Vinicio, decide di puntare proprio su uno dei protagonisti del calcio totale olandese, che tanto aveva ammirato: Krol passa al Napoli, tornando in Europa dopo un’esperienza in Canada. Krol diventa il miglior calciatore straniero della Serie A 1980-81 (nell’anno della riapertura delle frontiere), grazie quindi proprio all’intuizione di Totonno, che di giocatori se ne intende. In quella stagione gli azzurri sfiorano lo scudetto, che Antonio non riesce a conquistare nemmeno da dirigente, battuto al fotofinish dalla Juventus e superato alla fine anche dalla Roma. Ma ancora una volta alcune incomprensioni con Ferlaino, legate al rinnovo di Marchesi con il Napoli all’insaputa dello stesso Juliano, sono la goccia che fa traboccare il vaso, con successiva rottura della collaborazione.

Dopo poco Totonno viene però richiamato al Napoli dal presidente pro tempore Brancaccio. La squadra si salva per il rotto della cuffia nel 1983.

Con il ritorno di Ferlaino come presidente a tutti gli effetti, si concretizza il colpo del secolo, il più famoso e importante della storia del club: Maradona al Napoli! L’argentino si trasferisce alla società azzurra grazie alla caparbietà del duo presidente-direttore sportivo per 15 miliardi di vecchie lire. Dopo la prima stagione, conclusa con un ottavo posto finale, Juliano divorzia nuovamente dal club.

L’ultima avventura di Juliano al Napoli è datata 1998-99, con la squadra in B e piena di debiti. Antonio da le dimissioni prima della fine della stagione con la squadra che manca la promozione nella massima serie.

Negli ultimi anni, Antonio Juliano partecipa sovente a trasmissioni televisive e talk show dedicati al suo Napoli, che nel frattempo fallisce e risorge dalle ceneri, grazie ad Aurelio De Laurentiis.

Antonio Juliano in Nazionale

Con l’Italia, Antonio Juliano esordisce a Milano nel 1966 contro l’Austria, in un’amichevole vinta dagli azzurri per 1-0. Partecipa ai mondiali in Inghilterra nel 1966 senza però mai giocare. Vince il primo Europeo nella storia della Nazionale e partecipa alla spedizione italiana a Messico 1970, terminata con la finale persa contro il Brasile di Pelè (giocando anche alcuni minuti della finalissima).

L’ultima gara sarà contro l’Olanda nel 1974.

Per lui saranno in totale 18 le presenze in Nazionale. Sarà ricordato come il primo calciatore del Napoli a giocare con l’Italia.

Morte Antonio Juliano

Antonio Juliano si spegne a 80 anni, il 13 dicembre 2023 a Napoli a seguito di una malattia, mentre era ricoverato in ospedale. Ci lascia così lo storico capitano di mille battaglie, napoletano con l’azzurro nel cuore. Ma rimarrà sempre nei cuori di tutti i tifosi del Napoli e cultori del bel calcio.

L'articolo Antonio Juliano: bio dello storico capitano del Napoli proviene da Napoli Fans.

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