UDINE. Falsi diplomi ed esperienze lavorative fittizie per farsi assumere nelle scuole friulane. Nei giorni scorsi la Guardia di finanza di Udine ha portato a termine l’operazione “DiplomAta”, segnalando alla Procura della Repubblica di Udine 39 persone (5 residenti a Udine, una a Remanzacco, una a Brescia e le altre nelle province di Avellino, salerno, Napoli e Caserta) responsabili di aver falsamente attestato il possesso di titoli culturali, professionali o di servizio al fine di ottenere l’assunzione con contratti a tempo determinato in numerosi istituti, dal 2018 al 2022, quali addetti amministrativi, tecnici e ausiliari (personale Ata).
Secondo i calcoli degli investigatori, le indebite assunzioni hanno causato un danno erariale di 2 milioni di euro.
Le indagini, come si legge in una nota diffusa venerdì 15 dicembre dal Comando provinciale delle Fiamme gialle, hanno dimostrato che numerosi istituti scolastici hanno assunto le persone denunciate (bidelli, cuochi, tecnici e addetti alle segreterie) sulla base della loro posizione nella graduatoria regionale correlata agli ultimi bandi per personale Ata.
La graduatoria, formata attraverso i punteggi attribuiti ai titoli di studio e di servizio, «mirava a essere espressione delle qualità intellettuali e delle competenze professionali degli aspiranti».
Ai primi posti della graduatoria, infatti, si sono sempre posizionati i candidati che attestavano di aver conseguito diplomi di qualifica professionale con votazione di 100 centesimi, oltre al possesso di esperienze lavorative. Ma poi, alla prova dei fatti sul campo, più di qualcuno aveva mostrato la mancanza di competenze di base richieste per ricoprire quei ruoli. Come per esempio quel tecnico che non era riuscito a collegare correttamente i cavi, in modo da far partire un video in una classe.
Queste discrepanze tra titoli e le reali capacità dei neoassunti, avevano già fatto sorgere più di una perplessità in alcuni istituti scolastici. Insomma, qualcosa già bolliva in pentola.
E, a “scoperchiare” la situazione, sono stati i militari della Compagnia di Cividale che, sotto la guida del capitano Claudio Vito, hanno effettuato i primi accertamenti, anche sulla scorta di quanto si era già scoperto in altre Regioni.
Prima, come detto, sono stati controllati, sempre in collaborazione con gli Uffici scolastici provinciali e regionali, coloro che avevano dichiarato di aver ottenuto il massimo dei voti in sede di diploma.
Per alcune di queste persone, è emerso che il diploma era stato conseguito in scuole fuori regione, mentre le esperienze erano state maturate lavorando in improbabili scuole paritarie.
La presenza di tali anomalie ha indotto i finanzieri a fare approfondimenti sulla “carriera” scolastica di diversi lavoratori, accertando gravi irregolarità.
Per 15 delle persone assunte, i diplomi falsi risultavano essere riconducibili a quattro istituti scolastici campani, che rilasciavano all’occorrenza e a richiesta pergamene o certificati di diplomi illegittimi o mai realmente conseguiti.
E ancora, il numero progressivo identificativo di tre diplomi rilasciati da un istituto paritario della provincia di Salerno è risultato essere fittizio perché già associato ai diplomi di altrettanti diversi studenti. In più, una persona è stata assunta a tempo determinato sulla base di un diploma di licenza media mai conseguito.
Sono 30 i dipendenti A.t.a. che hanno dichiarato il possesso di titoli di servizio falsi, attestando di aver lavorato presso alcuni istituti scolastici paritari. Le indagini hanno dimostrato l’inesistenza di tali esperienze professionali, per le quali non era stato corrisposto alcun stipendio, né versato alcun contributo.
In alcuni casi, gli istituti scolastici paritari avevano comunicato l’avvio del rapporto di lavoro ex post, a ridosso del termine per presentare la domanda di inserimento nelle graduatorie.