MONFALCONE. L’oratorio San Michele di via Mazzini, a pochi metri di distanza dai centri culturali islamici Baitus Salat e Darus Salaam, non ha accolto ieri la preghiera del venerdì dei fedeli musulmani di Monfalcone. Don Flavio Zanetti, parroco dell’Unità pastorale di Monfalcone, proprietaria della struttura, ieri mattina aveva dato indicazioni ai volontari presenti in oratorio di aprire il cancello su via Don Fanin per permettere l’ingresso dei fedeli.
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La preghiera avrebbe dovuto svolgersi all’aperto, utilizzando il campo da basket. «Poi è arrivata la comunicazione che la celebrazione era annulla», ha spiegato un volontario nella tarda mattinata. A sottoscriverla, a nome di entrambi i centri culturali, il presidente onorario del Darus Salaam di via Duca d’Aosta, l’ex assessore a Monfalcone Bou Konate. «I Centri culturali islamici Darus Salaam, via Duca d’Aosta 28 e Baitus Salat, via Don Fanin 15, quali rappresentanti della comunità musulmana di Monfalcone, avendo sentito che ci sarà una preghiera organizzata nella giornata di venerdì 15 presso l’oratorio San Michele – si legge nella lettera inviata anche a Prefettura e Questura – comunicano di essere totalmente estranei a tale preghiera. I due centri dichiarano inoltre di non aver dato nessuna autorizzazione e o consenso a tale evento».
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Nato, a quanto pare, con un’iniziale condivisione all’interno del centro culturale Baitus Salat di via Don Fanin, dal dialogo intrapreso dal consigliere comunale del Gruppo misto Jahangir Sarkar con don Zanetti, che, assieme a don Paolo Zuttion, si era espresso, a poca distanza dalla festa della patrona, la Madonna della Salute, per l’apertura di un sereno confronto tra le diverse componenti cittadine. «L’intento era quello di trovare una soluzione pratica, almeno per questo venerdì – afferma da parte sua Sarkar, sempre a capo inoltre dell’Associazione genitori bengalesi –. E l’oratorio, essendo un luogo di culto, la forniva. Io continuo a credere che bisogna parlare e cercare un punto di incontro».
È quanto afferma, di fatto, anche l’Associazione commercianti Monfalcone, che dichiara di essere «sempre stata e continuerà a essere disponibile a ogni forma di dialogo e di confronto con tutti gli attori coinvolti e a promuovere ogni tipo di collaborazione costruttiva per il bene della città e di tutto il mandamento». C’è preoccupazione, però, tra i commercianti non solo per la manifestazione indetta dalla comunità musulmana per sabato prossimo, antivigilia di Natale, in centro città a valle dell’ordinanza dirigenziale del Comune con cui è stato chiesto il ripristino della destinazione d’uso dei locali usati per la preghiera in via Duca d’Aosta e via Don Fanin.
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«Negli ultimi giorni Confcommercio Imprese per l’Italia-Ascom mandamento di Monfalcone e il suo presidente Roberto Antonelli sono stati contattati da molti associati che hanno espresso la loro forte preoccupazione sull’immagine negativa della nostra città – afferma per Ascom proprio Antonelli – che viene diffusa dai media nazionali e per le possibili conseguenze negative che possano ricadere sull’economia della città». Sollecitata a prendere una posizione su quanto sta avvenendo, Ascom comunque si richiama al proprio statuto e a quello di Confcommercio nazionale, cui aderisce. La conclusione? Ascom ritiene che la sua posizione sia quella di «richiedere a tutti i soggetti coinvolti di seguire, rispettare e adeguarsi alle leggi, alle normative e ai regolamenti vigenti, garantendo e rispettando nel contempo le libertà fondamentali di tutti stabilite dalla Costituzione».
L’amministrazione comunale, intanto, martedì sarà alla riunione del Comitato provinciale ordine pubblico, dove si discuterà delle modalità di svolgimento della manifestazione del 23 dicembre.
