«La passione per la televisione, la creatività e un buon carattere, predisposto al lavoro di gruppo e all’ascolto»: è così che Lorenzo Campagnari definisce i suoi principali punti di forza che l’hanno portato al successo in campo televisivo. Il “Grande Fratello“, “Italia’s Got Talent“, “L’Isola dei Famosi“ e “X Factor“: sono solo alcuni dei progetti in cui è stato coinvolto uno dei più richiesti autori televisivi di oggi.
Dopo gli studi al liceo scientifico “Belfiore“ di Mantova, Campagnari si trasferisce a Torino, dove il sogno di entrare nel mondo della tv diventa sempre più reale.
In quegli anni apre il primo corso di Scienze della comunicazione e Lorenzo, tra i primissimi in Italia, si laurea in comunicazione di massa. Successivamente decide di partecipare a un bando di Mediaset per diventare autore televisivo e supera con successo tutte le selezioni.
Il corso di formazione dura un anno e a Lorenzo spettano sei mesi di stage, al termine del quale iniziano i primi contratti con Mediaset che, passo dopo passo, cominciano a realizzare le sue aspirazioni più profonde.
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«Mi occupo principalmente dei contenuti di quello che viene mandato in onda – spiega Lorenzo Campagnari descrivendo la sua professione – si tratta di interviste, copioni dei conduttori, casting dei personaggi e montaggio dei filmati. Spesso si pensa che i dialoghi e le scene all’interno delle trasmissioni siano del tutto spontanee, auto-generati, ma nella maggior parte dei casi sono frutto di una lunga preparazione e di un insieme di fattori impercettibili dallo spettatore». Nel mondo del piccolo schermo, infatti, nulla viene lasciato al caso o all’improvvisazione. Tuttavia, non è mai possibile prevedere tutto fino all’ultimo dettaglio, e non mancano imprevisti e inconvenienti. «Una volta a X Factor – racconta Lorenzo – sono arrivati come super ospiti Sting e Shaggy. Durante il loro duetto si è verificato un guasto tecnico per il quale il microfono del cantante giamaicano è rimasto spento per tutto il tempo. Speravamo che la voce arrivasse comunque ai telespettatori, ma ci siamo sbagliati. Abbiamo dovuto scusarci anche via web. Un altro anno invece - continua l’autore tv - ci è capitata una votazione molto concitata e Alessandro Cattelan doveva proclamare il nome del vincitore leggendo la busta. Ma il biglietto era incomprensibile, pieno di scarabocchi. Alessandro si è irritato e ha gettato la busta nell’aria dicendo che non si capiva niente… Ma nulla di quello che succede in diretta può passare inosservato».
Non sempre, però, i rapporti tra concorrenti, conduttori e responsabili del programma rimangono esclusivamente entro i confini dello show. Lavorare insieme, e a lungo, aiuta a stabilire relazione che possono diventare anche durature.
«Con Alessandro - continua ancora Lorenzo - abbiamo lavorato insieme per ben otto anni. È vero che adesso ci sentiamo e ci vediamo poco, ma appena ci becchiamo, ci raccontiamo quante ne abbiamo combinate. Un amore fresco invece è quello che ho con Francesca Michielin. Ci guardiamo proprio con gli occhi a cuore. Anche con i concorrenti si instaurano dei contatti, ma, per il lavoro che svolgi all’interno del programma, devi sempre cercare di mantenere un po’ di distacco. Recentemente ci siamo ritrovati con la cantante Mille, ogni tanto ci vediamo in giro con Marco Mengoni, Beatrice Quinta e con i Santi Francesi. Sono rimasto in contatto anche con Malika Ayane e Levante».
X Factor non è l’unico impegno preso in questo periodo: Lorenzo Campagnari conduce quotidianamente anche una trasmissione radiofonica con Ambra Angiolini su Radio Capital e sta finendo il montaggio di Lol Talent Show, un programma girato per Amazon Prime questa estate, che sarà messo in onda nei prossimi mesi.
Ma cosa pensa Campagnari del futuro della televisione, di cui ultimamente si discute sempre di più? Ci sarà ancora spazio, in un mondo sempre più legato al digitale e ai social, per questo tipo di canale?
«È un momento storico strano questo – commenta l’autore - la televisione, per certi versi, si sta espandendo tantissimo tra diverse piattaforme e vari canali e programmi». E anche per questo la televisione non è destinata a morire: «È sempre stato così: con l’arrivo dei nuovi mezzi di comunicazione si proclamava la morte di quelli vecchi, ma ciò che avveniva realmente è che i vecchi mezzi si trasformavano. Oggi usufruiamo della tv in molti modi diversi. Con le piattaforme di streaming siamo noi a scegliere come, quando e con quale mezzo guardarla. Probabilmente questa modalità, così comoda per l’utente, reclamerà sempre più spazio».