Lo chiamano fast-fashion. Ed è il settore in cui piattaforme come Shein prima e Temu poi hanno provato a scardinare tutti i principi che, fino al momento della loro introduzione, hanno caratterizzato il settore dell’e-commerce. Prodotti a basso costo e con bassissime spese di spedizione, il tutto per affermarsi sul mercato e per mettere i bastoni tra le ruote, soprattutto in occidente, a chi aveva quasi il monopolio del settore. E – senza giri di parole – qui stiamo parlando di Amazon e di eBay. Certo, è vero che i due colossi dell’e-commerce sono trasversali e non così verticalizzati sul settore della moda. Ma è pur vero che, ad esempio negli Stati Uniti, Amazon copre una quota del 61% nel fashion market share secondo Forbes. Dunque, soprattutto oltre oceano, la concorrenza di Temu e di Shein è diventata particolarmente problematica anche per chi, tra i suoi asset, ha la vendita di prodotti di qualsiasi tipo. Per questo motivo, quindi, Amazon ha studiato delle contromisure importanti per assestare un colpo a Temu e uno a Shein, attraverso l’abbattimento delle commissioni sull’abbigliamento di Amazon.
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Al momento, Amazon trattiene il 17% di commissioni rispetto al prezzo dell’articolo di abbigliamento. Visti gli acquisti sempre più segmentati (con i clienti che, grazie anche al servizio messo a disposizione da Prime, puntano a effettuare più acquisti durante l’anno, evitando le concentrazioni di prodotti in carrello per ottimizzare gli ordini), è sempre più frequente che un cliente su Amazon possa puntare a prodotti di abbigliamento dal costo inferiore ai 15 dollari (il riferimento, qui, è sempre al mercato americano). Per questa tipologia di acquisto, Amazon potrebbe arrivare a chiedere solo il 5% delle commissioni. Per gli acquisti più onerosi, invece, le commissioni potrebbero ammontare al 10%. Si tratta, dunque, di percentuali più basse che avvicinano molto Amazon al business model di Shein (o di Temu), con il vantaggio di mettere a disposizione del cliente una brand awareness che, attualmente, è ancora leader di settore.
Per ora, si tratta soltanto di rumors. Ma non è improbabile che l’abbattimento delle commissioni possa essere un obiettivo a breve termine per il colosso dell’e-commerce. Nel frattempo, alcuni servizi stanno provando a spingere il cliente sempre di più verso Amazon anche per gli acquisti relativi all’abbigliamento: l’azienda americana, infatti, mette a disposizione del suo pubblico abbonato a Prime il servizio Prova prima, paga poi. Una sorta di camerino virtuale, che permette al cliente di ordinare fino a sei capi (senza pagarli) per decidere, una volta misurati, quali di questi acquistare, senza costi aggiuntivi.
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