«Compagni, sfondate le porte! Spalancate le finestre! Abbattete i muri! Nessuna proprietà privata deve restare libera!». A Bruxelles, tra non molto, potrebbero risuonare le grida dei gendarmi che, invece di dare la caccia a terroristi e criminali che abbondano nella «capitale» d’Europa, bussano alla porta di casa e verificano se è abitata, e da quanto tempo, e da chi. Non per motivi di ordine pubblico ma perché il governo di sinistra della Regione ha deciso di trascinare in tribunale chi, possedendo un immobile, non lo mette a disposizione della collettività affittandolo. Altro che Cuba castrista: le prove generali del leninismo duro e puro si stanno svolgendo nel cuore dell’Ue, a due passi dai palazzi frequentati dagli euroburocrati e dai signori della Commissione. E non si tratta, come spesso accade con leggi particolarmente afflittive o di dubbio buonsenso come il divieto di calpestare il denaro in Thailandia o di chiamare Napoleone un maiale in Francia, di un retaggio dei tempi antichi che quasi mai troverà applicazione. Nella città belga, nelle scorse settimane, un propietario di immobile è stato davvero costretto a difendersi davanti al giudice dall’accusa di aver lasciato sfitta la propria villetta unifamiliare nel quartiere di Anneessens, uno dei più eleganti della città. Un giorno si è trovato tra le mani la convocazione dell’ufficiale giudiziario che, per conto dell’esecutivo locale, lo ha citato in giudizio dopo che già, nel novembre 2021, una diffida lo aveva avvisato di possibili sanzioni.
«Ma chi vuoi che ci creda?» aveva sicuramente risposto il malcapitato lanciando la lettera nel cestino della carta. La «procedura ingiuntiva» è nel Codice regionale dell’edilizia abitativa fin dal 2009 ma nessun Comune l’aveva mai attivata per l’evidente imbarazzo di dover chiedere conto a un terzo dell’uso dei beni legittimamente in proprio possesso. Disagio che, invece, fa difetto alla segretaria di Stato di Bruxelles, Nawal Ben Hamou, leader del partito socialista, che ha scatenato una crociata per le politiche abitative che nemmeno gli agguerriti comitati di lotta delle Vele di Scampia. Il suo sogno è che ogni proprietario metta sul mercato (ovviamente a prezzi calmierati) gli immobili in cui non vive con la sua famiglia, per lenire, e questo è vero, la fame di mattone che si soffre in Belgio. E il primo a farne le spese è stato il padrone della villetta che, volente o nolente, è stato condannato a prendersi un inquilino. Non subito, tuttavia, perché la legge gli riconosce circa tre mesi di tempo per fare appello ma, se il ricorso di secondo grado sarà rigettato, il «proprietario espropriato» rischia di pagare 100 euro di multa per ogni giorno di inottemperanza alla sentenza fino a un massimo di 100 mila euro. Una punizione che nemmeno nella Cina di Xi Jinping. Stanno demolendo il concetto di proprietà privata sotto il suo naso, e la presidente Ursula von der Leyen nemmeno se ne accorge. «Lasciare le proprietà non occupate per diversi anni contribuisce all’aumento dei prezzi degli affitti e alla speculazione immobiliare. Questo è inaccettabile» gongola la Ben Hamou. «È la prima volta che la Regione di Bruxelles intraprende un’azione legale attraverso questa procedura. La sentenza dimostra che non è più possibile lasciare un immobile vuoto a Bruxelles a scapito dei potenziali locatari». E di quattro secoli di filosofia del diritto da John Locke in poi, verrebbe da aggiungere.
E non sarà certo un caso isolato, quello di Anneessens. Gli uffici della pasionaria socialista sono già al lavoro su altre 554 pratiche di alloggi «sospetti» che sarebbero vuoti da meno di 12 mesi (la condizione minima che innesca il procedimento di messa in mora). Altri 214 fascicoli riguardano, invece, proprietari che sono stati raggiunti da una sanzione pecuniaria perché, alla prima intimazione, «non hanno risposto o non hanno giustificato in modo convincente la mancata locazione», ovvero «cause di forza maggiore o la programmazione/esecuzione di lavori di ristrutturazione edilizia». Secondo una stima, assai approssimativa, dei tecnici della Regione, nel 2021 si contavano tra i 17 mila e i 26 mila appartamenti vuoti ma un vero censimento non è stato ancora completato, e forse mai lo sarà. Perché, nel frattempo, molte famiglie hanno deciso di neutralizzare col trucco della finte residenze questa forma di «statalizzazione» immobiliare.
Esulta chiaramente il sindacato degli inquilini, come riporta il quotidiano brussellese Le Soir. «La Regione si è sempre affidata ai Comuni per riaffittare gli alloggi non occupati. Tuttavia, questi non sono mai stati all’altezza delle speranze che erano state in loro riposte per mancanza di tempo e di personale, ma anche per scelta politica» spiega una responsabile dell’organizzazione, Anne Bauwelinckx. «Ci sono sanzioni considerate eccessive contro i proprietari ma non tutti i Comuni hanno voluto utilizzare questo meccanismo di tutela. Chiediamo da tempo che la Regione ne assuma il controllo». Insomma, serve un Grande Timoniere. Come Mao Zedong.