«Se le donne denunciano poco le violenze che subiscono è perché temono di essere vittima due volte, della violenza prima e dell’ingiustizia poi». Lo ha detto ieri alla Casa del Mantegna la presidente della Commissione provinciale pari opportunità Teresa Amatruda nell'ambito dell'incontro “Una violenza tante violenze. Dalla violenza privata alla vittimizzazione secondaria”. Accorati anche gli interventi del presidente della Provincia Carlo Bottani e del consigliere delegato alle pari opportunità Mattia Di Vito che hanno annunciato un progetto di educazione nelle scuole di ogni ordine e grado per educare al rispetto di genere.
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«Vanno smontati gli stereotipi – ha detto De Vito – gli uomini possono piangere, avere paure e soffrire». Il focus del convegno poi è stato affrontato dalle due ospiti, Claudia Forini, consulente e presidente della cooperativa Centro donne Mantova, e Lara Facchi, sociologa e criminologa vice presidente della stessa cooperativa. «Se una donna viene rapinata nessuno lo mette in dubbio, di fronte alle vittime di violenza invece si apre un gap di riconoscimento – hanno detto - ci sono forme di violenza istituzionale, sociale, e una responsabilità dei media nella narrazione dei fatti che non è cambiata dagli accadimenti del Circeo di tanti anni fa». Durante l’incontro sono state analizzate le diverse forme di violenza maschile sulle donne e il lungo e difficile cammino di fuoriuscita dalla violenza.
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«Il nostro lavoro consiste nel metodo dell'autodeterminazione che porta le donne a fare una scelta, dire no alla violenza a favore della libertà – hanno proseguito – Tanti silenzi e mancate denunce sono indotte dalla paura di essere screditate a livello sociale, e, di sicuro, anche nei migliori dei casi, la lunghezza dei processi non aiuta». L’iniziativa aveva l’obiettivo di sensibilizzare il territorio che, come ha ricordato il presidente Bottani, nel 2023 ha fatto registrare ben 300 segnalazioni di violenza. «Parlo sempre della provincia di Mantova come provincia del benessere e poi ci sono questi dati. Me ne vergogno da uomo e da presidente – ha concluso – Bisogna educare alla cultura del rispetto, a scuola e in famiglia, ben vengano l’educazione sentimentale e quella finanziaria visto che solo il 37% delle donne possiede un conto corrente intestato e il numero scende per quanto riguarda bancomat e carte di credito. E ben venga anche l’educazione sessuale per evitare che i giovani cerchino sul web e trovando la pornografia conoscano la mercificazione delle donne».
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