foto da Quotidiani locali
GRADO. È stata aperta la liquidazione giudiziale nei confronti dell’Immobiliare Limbara Srl, riconducibile al maxi-progetto di urbanizzazione in Sacca dei Moreri, nell’ambito dell’operazione imprenditoriale “Grado 3”. A dichiararne l’avvio è stato il Tribunale di Udine, ritenuto territorialmente competente dal Tribunale di Roma. A questo punto, tutto si sposta nel capoluogo friulano, dove è stata fissata l’udienza, il 4 marzo 2024, per l’esame dello stato passivo della società, davanti al giudice delegato Gianmarco Calienno. Era stato contestualmente nominato curatore la dottoressa Michela Del Piero, successivamente però sostituita dal dottor Fabio Bitussi, di Tolmezzo. La seconda sezione civile composta dal presidente Francesco Venier, dal giudice Annalisa Barzazi e dal giudice delegato Gianmarco Calienno, ha pronunciato la sentenza lo scorso 9 novembre. Almeno 30 giorni prima dell’udienza i creditori o i terzi che vantino diritti reali e mobiliari su cose in possesso della Limbara potranno presentare domanda di insinuazione al passivo. La società, oggi rappresentata da Franco Dipiazza e fino a qualche anno fa dall’imprenditore Adriano Bernardis, è stata assistita dagli avvocati Luca Ponti e Francesca Spadetto, del Foro di Udine.
La procedura è stata inizialmente avviata davanti al Tribunale di Roma, dove Limbara ha la sua sede legale, su istanza presentata da Amco Spa, società che opera nel settore finanziario, in particolare nel campo della gestione e del recupero dei crediti deteriorati, sostanzialmente crediti delle banche che il debitore non riesce più a ripagare regolarmente o del tutto. E davanti allo stesso Tribunale, lo scorso maggio, anche la stessa Limbara aveva chiesto l’apertura della propria liquidazione giudiziale, con ciò riconoscendo di essere insolvente.
Ma il Tribunale di Roma ha ritenuto che la competenza a decidere fosse del Tribunale di Udine, quale centro principale degli interessi della società, in ragione del fatto che la sede legale della Srl nella capitale aveva “solo carattere fittizio” e tutte le attività gestionali erano avvenute a Udine.
L’apertura della liquidazione giudiziale a Udine ha comportato la chiusura senza provvedimenti della medesima procedura promossa davanti al Tribunale di Gorizia dalla società Tecos srl, la quale, ignara della pendenza degli altri procedimenti, aveva presentato istanza di liquidazione giudiziale per un credito pari a circa 19 milioni di euro.
La seconda sezione civile del Tribunale di Udine ha dunque accertato lo stato di insolvenza in cui versa la società debitrice, in quanto “non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni”, versando quindi “nell’impossibilità di continuare ad operare proficuamente sul mercato fronteggiando con mezzi ordinari le proprie obbligazioni”. Al curatore, tra gli altri compiti, spetta l’immediata ricognizione dei beni della Immobiliare Limbara. Tecos Srl, con l’avvocato Oliviero Comand, del Foro di Udine, provvederà ad insinuarsi nello stato passivo della Srl. Stando all’ultimo bilancio depositato, relativo al 2016, i debiti totali ammontavano a circa 70 milioni di euro.
L’operazione “Grado 3” prefigurava un importante futuro turistico, con la realizzazione di un villaggio vacanze di alto livello: all’epoca si parlava di un valore di 327 milioni di euro per 220 mila metri cubi. Il progetto immobiliare all’epoca facente capo all’imprenditore Adriano Bernardis, concepito in termini avveniristici, fu contrassegnato da prese di posizione diversificate, gli ambientalisti in primis contrari alla “cementificazione” su larga scala. Il percorso procedurale fu caratterizzato da numerosi ostacoli, con la Soprintendenza delle Belle Arti a porre “paletti”. Contrasti sfociati anche in sede penale, in sede amministrativa e in sede civile per la richiesta di risarcimento danni da parte della società. I dissensi erano scaturiti inoltre da parte del Comune di Grado, in relazione ad aspetti autorizzativi.