TRIESTE. La fuga dei triestini e dei corregionali verso l’estero rallenta. Trieste resta ai vertici nella classifica delle città da cui si parte di più in Italia, ma in generale diminuiscono gli espatri, così come in tutto il Friuli Venezia Giulia. Nel 2022 le persone trasferite dalla regione in un altro Paese sono state circa 600 in meno rispetto all’anno precedente.
I dati arrivano dalla Fondazione Migrantes, che ogni anno stila a livello nazionale il “Rapporto italiani nel mondo”, presentato ufficialmente ieri. Trieste si conferma, come ormai accade da anni, al primo posto nelle città con più di 100 mila abitanti, per incidenza delle “fughe” all’estero rispetto alla popolazione residente (16,8%), ed è anche prima tra le ex province della Regione. Ma guardando ai numeri relativi ai trasferimenti effettuati da tutto il Friuli Venezia Giulia, la flessione è marcata. Erano stati 2.744 nel 2020, scesi a 2.602 nel 2021, e nel 2022 sono diminuiti ulteriormente, 2.046 in tutto, 991 donne e 1.055 uomini.
La prima destinazione per chi è partito negli ultimi anni resta l’Europa. Mentre molti corregionali salpati con i grandi flussi del dopoguerra si sono insediati soprattutto nel Sud America. Argentina in primis. «L’obiettivo della Regione è duplice – spiega l’assessore regionale con delega ai corregionali all’estero Pierpaolo Roberti – da una parte mantenere i contatti con chi è andato via, facendo sì che rientri, con progetti già avviati, dall’altra evitare che le persone partano. Ma – precisa – è un bene che i giovani facciano esperienze lavorative all’estero, per acquisire nuove competenze, da applicare poi nelle aziende del territorio. La flessione generale è un dato positivo che auspichiamo continui».
Considerazione simile da parte del rettore dell’ateneo triestino Roberto Di Lenarda: «Numeri positivi tanto più in un Paese che invecchia e con poche nascite. Vediamo che l’attrattività c’è, basta considerare i tanti iscritti alla nostra università, molti giunti anche dall’estero. E dobbiamo continuare su questa strada. Serve però – sottolinea – lavorare ancora su alcuni aspetti fondamentali come le retribuzioni, che in altri Paesi sono molto più alte rispetto all’Italia. Speriamo comunque che il trend registrato sia solo l’inizio». E tra i tanti triestini e corregionali che vivono lontano dalla propria città natale, due sono le motivazioni che hanno spinto a fare i bagagli: la possibilità di trovare all’estero proprio riconoscimenti economici più importanti e la meritocrazia. Tra chi ha lasciato tutto c’è il triestino Ricky Rysso. «Venire a Ny 10 anni fa è stata la scelta più bella della mia vita, è diventata la mia città, senza nessun dubbio. Mi piace per mille motivi, ma soprattutto perché qua c’è una grande meritocrazia, tutto sembra possibile».
E dopo una battuta d’arresto a causa della Brexit, anche per l’Inghilterra, o meglio per la capitale Londra, torna l’appeal di un tempo, per chi punta a una nuova vita all’estero. Secondo l’Istat inglese, l’Ons (Office for National Statistics), nel 2023 l’Italia è il primo Paese a Londra come nazionalità di immigrati. Oltremanica vive anche una comunità numerosa di triestini e corregionali, che si sono insediati in modo stabile nella metropoli in particolare negli ultimi quindici anni.