Riprende quest’oggi la preparazione degli azzurri con il classico scarico del giorno dopo. Domani la squadra osserverà il giorno di riposo e da giovedì tornerà in campo per preparare minuziosamente la sfida che si giocherà domenica prossima a Napoli. Partita sulla carta proibitiva. A disposizione di mister Andreazzoli tornerà Maleh che crediamo possa dirsi titolare per la prossima gara. Da capire invece le condizioni di Destro e Walukiewicz, assenti a Frosinone per noie fisiche. E proprio la condizione fisica generale sarà una delle cose che verrà attenzionata maggiormente nel prossimo periodo, viste le parole chiare e precise di Andreazzoli nel post partita di ieri. A questo fattore si è principalmente “attaccato” il tecnico di Massa per giustificare, parzialmente, la debacle prestazionale vista in Ciociaria. Parole dette anche in maniera preoccupate, che fanno sorgere serie riflessioni e vari interrogativi. Al di là però di questo, ed al di là dei dovuti complimenti al Frosinone, della partita di ieri non si può essere contenti per nessun motivo. A partire dal risultato. Poco fa anche il gol di Caputo che in qualche modo (oltre a far leggermente migliorare un dato drammatico) poteva riaprire clamorosamente la gara. Si salva parzialmente soltanto l’approccio iniziale, dove si contano due nitide occasioni di marca azzurra; sfortunati sulla traversa di Cancellieri, imbarazzante cosa cicca Gyasi a due passi dalla porta. Per il resto è stato un lungo e sofferto monologo gialloazzurro. Il Frosinone ha fatto vedere idee, voglia, dinamismo e qualità. Tutte cose che, dal 20’ del primo tempo fino al gol di Ciccio, non si sono minimamente palesate in quelli che indossavano la maglia blu scura. La sensazione peggiore che ha destato la partita di ieri, la peggiore dell’Empoli andando oltre Roma, è stato proprio il fatto che ci sia stata poca comprensione sul cosa fare e sul come farlo. E poca reattività, non basta un impeto di orgoglio sotto di due gol quando gli avversari badano solo a gestire. Anche la panchina si è dimostrata palesemente impreparata di fronte ad una situazione che in campo vedeva un predominio territoriale difficile da arginare, ma che andava invertito con soluzioni rapide e chiare. Soprattutto a sinistra – anche se poi i gol non sono arrivati da quella zona di campo – la squadra azzurra ha sofferto in maniera davvero importante, con un Bastoni spesso in difficoltà, ed un Cancellieri che ha giocato una fase di non possesso praticamente nulla. Anche in mezzo al campo si sono visti ritmi di gioco e di pensiero diametralmente opposti. Tardivi sono apparsi i cambi; dalla tribuna si parla sempre molto bene, ma era da diversi minuti che era chiaro di come servissero dei correttivi, arrivati invece dopo i gol presi. Ovviamente noi che scriviamo non siamo in possesso di dati ed elementi che ci possono far capire con esattezza lo stato di forma dei calciatori, però (anche al netto della parole del mister) si vede che alcuni elementi non sono in pieno possesso del loro meglio atletico. Da capire se ci sono delle ragioni, delle colpe, dei perchè. E’ una sconfitta pensante nelle economie del campionato, anche se siamo solo all’undicesima. Se con alcune squadre – a torto o ragione – evidenziamo il come la sconfitta non debba essere drammatizzata, non possiamo fare lo stesso ragionamento con il Frosinone. Con tutto il rispetto per la squadra ciociara, alla quale rinnoviamo i complimenti per l’ottimo avvio di campionato, questa è una gara di quelle che sono da considerare scontro diretto, e sulle quali sconti non ne possiamo fare. E’ legittimo che questa pessima prestazione, che forse fa più male della sconfitta, possa creare qualche preoccupazione in chi ha nel cuore questa squadra. E dispiace dover malamente pensare che Firenze rischi di essere un episodio a se. Al mister, allo staff tecnico, al gruppo, l’onere di rimettere ancora una volta le cose a posto e dimostrare che l’attuale posizione in classifica non è quella meritevole. Una gara dalla quale si salvano davvero in pochi, una gara che deve essere seria lezione per affrontare il proseguo della stagione. Siamo certi che la squadra saprà comprendere quello che è avvenuto – o non avvenuto – ieri sera, e saprà metabolizzare ripartendo più forte.
Rispetto alla sfida con l’Atalanta Andreazzoli cambia cinque undicesimi della formazione iniziale, a partire da Ismajli e Fazzini al posto dell’infortunato Walukiewicz e dello squalificato Maleh. Rivoluzionate le fasce con Bereszynski e Bastoni, al suo esordio dal primo minuto, per Ebuehi e Cacace, mentre davanti la vera sorpresa è Gyasi al posto di Cambiaghi. Baldanzi, non al meglio, parte dalla panchina. Vuoi per un pizzico di sfortuna, traversa scheggiata da Cancellieri al 2’, vuoi per imprecisione, clamoroso l’errore dentro l’area piccola di Gyasi, la palla non ne vuol però proprio sapere di entrare. Dopo essersi salvati per questione di centimetri sul fuorigioco di Cuni, per cui il Var cancella il vantaggio del Frosinone, su un grave errore in fase di impostazione di Ismajli, gli azzurri si spaventano e nella seconda parte della prima frazione lasciano completamente il pallino del gioco ai ciociari. Francamente disarmante, poi, l’atteggiamento con cui Luperto e compagni tornano in campo dopo l’intervallo, abbassandosi troppo e non riuscendo mai a ripartire con Caputo troppo isolato in avanti. Così, non c’è da stupirsi se dopo un palo interno da fuori di Mazzitelli, il Frosinone trovi il vantaggio con un incredibile tacco di Cuni sugli sviluppi di un corner battuto velocemente, che sorprende la difesa azzurra. Il secondo che subisce un Berisha non perfetto nell’occasione dopo quello di Scamacca sette giorni fa. L’Empoli appare alle corde e solo il palo su un altro splendido tiro di Mazzitelli, tiene a galla gli azzurri che intorno a metà frazione tornano finalmente a farsi vedere dalle parti di Turati con uno spunto di Fazzini e il destro però ampiamente fuori misura di Caputo. Andreazzoli prova a dare una scossa gettando nella mischia prima Cambiaghi e poi Baldanzi, oltre a Ranocchia in mezzo al campo, ma è il Frosinone a piazzare il colpo del ko con il giovanissimo Ibrahimovic. Tutto fin troppo semplice per la squadra di Di Francesco nel muovere la palla nell’area di rigore azzurra per liberare al tiro l’omonimo del più famoso Zlatan. Di orgoglio la reazione finale che porta Caputo, nell’unica volta che ha potuto colpire in area di rigore (cross di Cambiaghi), ad accorciare le distanze all’86’ e arrivare addirittura a centimetri dal pari un minuto più tardi, quando è però poco oltre la linea difensiva ciociara sul tiro sporco ancora di Cambiaghi. Nel finale l’Empoli prova un qualcosa che somiglia ad un assalto, più con i nervi che con la lucidità, e proprio allo scadere Kovalenko ha la palla del clamoroso pari su assist di Ranocchia, Turati sventa. Troppo poco, però, per sperare in un risultato positivo e per lasciare il penultimo posto in classifica.
Guardando alle prestazioni dei singoli, come già detto, c’è davvero poco da esaltare e da salvare. Il migliore dei nostri è Fazzini, che è quello palesa maggiormente rabbia e qualità nel corso della gara. Una partita, quella dell’ex Primavera, che certo non resterà negli annali, ma che però è oggettivamente migliore rispetto ai compagni. Si salva Ciccio Caputo che almeno ha la lestezza di depositare in gol uno dei pochi palloni buoni che arrivano da quelle parti. Non dispiace l’apporto che da Cambiaghi nel momento in cui entra, senza fare grandissime cose. Le negatività sono invece diverse a partire da Gyasi che – eccezion fatta per il derby – si dimostra ancora inefficace ed improduttivo. Altra gara no di Berisha che prima rischia la frittata e poi è complice sul primo gol frusinate. Strana la gara di Cancellieri; quando ha palla sembra sempre poter fare qualcosa di buono, senza il pallone è un uomo in meno per la squadra. Ovviamente il resto del gruppo non è sufficiente. Male anche mister Andreazzoli. Non convincono del tutto le scelte iniziali, utili invece i cambi anche se, per sua stessa ammissione, quasi obbligati. Quel che però maggiormente pesa è il fatto che nel momento in cui si doveva provare a dare una scossa si è palesata incertezza.
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