foto da Quotidiani locali
PAVIA. Una panchina gialla per Giulio Regeni. Negli Horti del collegio Borromeo, dove Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, sono ormai di casa. Verranno a Pavia anche martedì 7 novembre, alle 16, quando la panchina simbolo sarà collocata nel parco, accanto allo Spazio ExtraArt (ingresso di via Tosi).
«La panchina ha un valore simbolico – spiega il rettore del Borromeo, Alberto Lolli – Rappresenta il presente di tanti giovani che studiano qui, entrano nelle aule, partono per l’estero per formarsi e crescere. Abitati dalla stessa curiosità di Giulio, un cuore che ha battuto, che ha camminato nel mondo. E che ci insegna come il diritto all’istruzione e all’equità sociale possa prevalere persino sul diritto alla libertà».
Una panchina gialla per chiedere, ancora una volta verità e giustizia. Sette lunghi anni sono trascorsi dal 25 gennaio 2016, quando Giulio, 28 anni, dottorando italiano dell'Università di Cambridge fu rapito a Il Cairo per essere ritrovato senza vita il 3 febbraio.
La svolta della consulta
Il momento è cruciale, anche alla luce degli ultimi sviluppi giudiziari: risale a fine settembre il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha sbloccato il processo a carico dei quattro agenti dei servizi segreti egiziani, accusati di avere rapito, torturato e ucciso il giovane ricercatore friulano.
Lo stallo era provocato dalla norma che impedisce di aprire il dibattimento se l'accusato non ha ricevuto la notifica formale. Le autorità egiziane infatti si sono sempre rifiutate di fornire alla magistratura italiana gli indirizzi dei quattro imputati, gli agenti dei servizi segreti imputati Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abedal Sharif. Una questione di illegittimità costituzionale nella parte in cui non si prevede che il giudice possa procedere in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura.
A Giulio Regeni è dedicato anche il corso interdisciplinare di Medicina, Equità, Diritt, nato come ciclo di incontri promossi dal collegio Borromeo (da un’idea di Luca Ansaloni, con Clelia Martignoni e il rettore Alberto Lolli) e ora stabilizzato in corso universitario dall’Università di Pavia.
Il libro di Ballerini
All’evento di martedì 7 novembre sarà presente anche Alessandra Ballerini, avvocata specializzata in diritti umani e immigrazione, che assiste i Regeni e anche la famiglia del reporter pavese Andy Rocchelli, ucciso in Ucraina nel maggio del 2014.
Presenterà il suo libro La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi (Zolfo editore). Dialogherà con Clelia Martignoni, coordinatrice del Centro Studi Horti, e con il rettore del Borromeo Alberto Lolli. —
