Dall’accordo strategico con l’Albania alla riforma costituzionale, madre di tutte le riforme, dall’immigrazione alla manovra. All’indomani dell’intesa con Tirana, Giorgia Meloni in una lunga intervista al Messaggero illustra le ultime iniziative del governo. L’accordo – sottolinea – si pone tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari. E accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale.
L’Albania darà la possibilità all’Italia di utilizzare il porto di Shengjin e l’area di Gjader. Nelle quali l’Italia potrà realizzare, a proprie spese e sotto la propria giurisdizione, due strutture dove gestire l’ingresso, l’accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d’asilo e di eventuale rimpatrio degli immigrati. “Nell’arco di un anno, potranno essere trasferiti in Albania più di 36 mila immigrati”, dice il premier. “Abbiamo informato la Commissione europea senza che questo comportasse criticità”, puntualizza auspicando che possa diventare un modello di collaborazione tra Paesi Ue e Paesi extra-Ue”.
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Anche con la Tunisia il governo Meloni si è fatto promotore di un’intesa a livello europeo e internazionale. “È un’importante Nazione africana che sta vivendo un difficile contesto economico. L’interlocuzione è molto positiva, anche se sono molti gli aspetti da finalizzare”. Innegabile – aggiunge poi Meloni – il rischio infiltrazioni terroristiche tra le pieghe dei flussi. “È sbagliata l’equazione tra immigrazione irregolare e terrorismo. Ma è indubbio che un vasto contesto di illegalità possa diventare un terreno fertile per organizzazioni criminali e anche terroristiche”.
Sul fronte del premierato, invece, la premier sottolinea che la riforma uscita dal Cdm “non tocca la figura di garanzia del Presidente della Repubblica. E non costruisce un sistema nel quale il Presidente del Consiglio è ostaggio della sua maggioranza. È esattamente il contrario. Gli obiettivi sono garantire il diritto degli italiani di decidere da chi farsi governare- E fare in modo che chi venga scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura”. Le critiche sono legittime, aggiunge la premier, ma lo spirito della riforma è chiaro. “Abbiamo sottoposto un’ipotesi di riforma che rispetta la sensibilità diffusa delle forze politiche e degli italiani. Ma se poi le Camere decideranno di apportare modifiche che reputa migliorative ne prenderemo atto”.
Un passaggio anche sulla cittadinanza italiana data alla piccola Indi Gregory, la neonata inglese gravemente malata, per la quale i tribunali britannici hanno disposto di staccare la spina delle macchine che la tengono in vita. “Mi sono confrontata con il primo ministro Sunak. Abbiamo deciso di compiere questo passo per dare alla piccola Indi una possibilità in più. E ringraziare l’ospedale Bambino Gesù di Roma, che ha offerto la sua disponibilità ad accoglierla”.
Sulla manovra Meloni dice di essere fiera di un governo “che ha la forza e la serietà per varare una legge di bilancio che guarda all’interesse della nazione. Che non si limita alla ricerca del facile consenso. Stiamo pagando e pagheremo ancora per troppo tempo le scelte di chi ha dilapidato decine di miliardi di euro per misure elettoralistiche. Nonostante questo fardello, siamo riusciti a fare molto”.
L'articolo Meloni: “L’accordo con Tirana può essere un modello per la Ue. Sono fiera della manovra” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.