Da giorni ormai un muro d’acqua scorre verso il mare qualche metro sopra i tetti delle case lungo l’Adige e preme sui possenti argini del fiume.
La seconda piena di questa settimana è più alta e decisamente più lunga della precedente.
Contrariamente alle previsioni, il livello dell’acqua ha superato di una buona spanna la piena di mercoledì scorso e si è mantenuto ai massimi, oltre i 2 metri e 25 centimetri, per tutta la giornata di ieri.
Da venerdì mattina, quando il fiume aveva esaurito la precedente ondata di piena era sceso a quota 0,63 metri, l’acqua non ha fatto che salire, al ritmo di pochi centimetri all’ora ma inesorabilmente.
«Questa piena sembra non finire mai», hanno osservato in molti, con una certa preoccupazione.
Per la quinta notte consecutiva i volontari della protezione civile hanno presidiato l’argine e le zone golenali che via via si sono allagate.
È il caso della golena “Onari Giaron” di Boara Pisani e del boschetto di Borgoforte ad Anguillara. Ma ad essere sorvegliati sono anche i fontanazzi che continuano a riempirsi d’acqua a causa della maggiore pressione sugli argini.
«Il fiume ha continuato a crescere per tutta la notte di venerdì e la mattinata» spiega il sindaco di Boara Pisani Andrea Gastaldello «superando il livello di mercoledì scorso per poi assestarsi a lungo sulla quota più elevata, rimandando sempre più in là il calo, già avvenuto nel veronese.
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Ad influire le condizioni del mare che a lungo ha faticato a ricevere rallentando così la corrente del fiume.
Gli occhi sono puntati sul ponte della Statale Adriatica perché nella parte di Rovigo l’impalcatura è molto vicina all’acqua. I tecnici dell’Anas controllano che non si incaglino dei tronchi, come già era successo venerdì».
Se dovessero succedere ancora potrebbe rendersi necessaria la chiusura momentanea della passerella pedonale accanto al ponte per questioni di sicurezza.
Anche il Genio Civile controlla il passaggio della piena, in contatto con le forze dell’ordine e i sindaci. Non c’è stato bisogno di chiudere le strade arginali ma l’invito alla prudenza è d’obbligo. «Abbiamo chiesto rinforzi al distretto di protezione civile della Bassa Padovana» continua Gastaldello «perché i nostri uomini dopo una settimana di turni hanno bisogno di un po’ di riposo. Inoltre dobbiamo tenere d’occhio anche i fontanazzi storici e l’area golenale che in parte si è allagata.
Vanno monitorati gli argini soprattutto fuori dal centro, dove non c’è il diaframma a proteggerli».
Oggi, soprattutto in mattinata, sono attese altre piogge e tutti sperano che nel frattempo il fiume si abbassi e torni sotto al livello di guardia.
Anche ad Anguillara dall’inizio della settimana la protezione civile è operativa 24 ore su 24, in contatto con il distretto del Conselvano, pronto a mandare mezzi e uomini in caso di necessità.
«Grazie alla collaborazione di tutti i gruppi del distretto» ricorda il sindaco Alessandra Buoso «siamo riusciti ad organizzare i turni fino a lunedì compreso.
Ci sono anche i fontanazzi da tenere sotto controllo.
Ieri,4 novembre, in via Ca’ Matte se ne è aperto un altro che ha richiesto una nuova “saccata” per contenere l’acqua».
Daniela Bordin, consigliere provinciale con delega alla protezione civile, segue l’evoluzione della piena: «Stiamo monitorando dalla sala operativa provinciale, aperta a supporto dei gruppi attivi sul territorio. Il resto della provincia non desta particolari problemi ma l’attenzione resta alta».
