PAVIA. La caserma dei vigili del fuoco di Pavia cade a pezzi. Oltre alle gravi infiltrazioni di acqua nei locali officina da diversi giorni non sono utilizzabili dal personale neppure alcune docce e nel seminterrato spunta il rischio amianto. Sul materiale che ricopre diverse tubazioni dell’acqua sono in corso ora le analisi di laboratorio. A segnalare la «grave situazione di igiene e sicurezza sul lavoro» dell’edificio di viale Campari, inaugurato nel 1951 e che oggi mostra tutti i segni del tempo, è il sindacato autonomo dei vigili del fuoco Conapo. Il suo segretario provinciale, Simone Fidanza, ha scritto al comandante di Pavia Pier Nicola Dadone, al direttore regionale vigili del fuoco Lombardia Fabrizio Piccinini e anche alla prefetta di Pavia Francesca De Carlini. Per le docce sono in corso alcuni lavori da parte della Provincia, l’ente proprietario dell’edificio, ma in attesa della fine degli interventi i vigili del fuoco devono utilizzare un modulo esterno, di quelli che si usano nelle emergenze e nelle situazioni di calamità, collocato nel cortile.
Altri moduli in arrivo
Non è l’unico disagio per chi lavora ogni giorno in caserma al servizio della comunità ed è spesso coinvolto in interventi delicati sul territorio. In attesa infatti che arrivino i risultati delle analisi sul sospetto amianto sulle tubazioni, i locali del seminterrato (un centinaio di metri quadrati) sono stati chiusi al personale. Questi locali ospitavano, oltre al magazzino e all’archivio amministrativo, anche il laboratorio maschere, dove avviene la sanificazione dei respiratori (gli autoprotettori) per tutti i distaccamenti. Una procedura importante, che ora viene fatta al laboratorio di Lodi e che, nei prossimi giorni, sarà eseguita in altri moduli abitativi messi a disposizione dalla Protezione civile e che saranno posizionati anche questi nel cortile della caserma.
L’allarme del sindacato
Da anni si parla di realizzare una nuova sede dei vigili del fuoco di Pavia, perché quella di viale Campari è ormai, a detta di tutti, inadeguata. I nodi sembrano ora venire al pettine. «Il comando si è attivato subito e sono state trovate soluzioni ma temporanee», spiega Fidanza, il segretario provinciale del sindacato Conapo.
L’impianto dell’acqua ormai vecchio ha provocato infiltrazioni e danni a quattro docce e questo impedisce al personale «una accurata igienizzazione per evitare di entrare in contatto con sostanze tossiche», un rischio che si corre soprattutto nell’attività antincendio. Problemi anche nei locali adibiti a officina, «che ospitano i banchi di lavoro per la manutenzione ordinaria, dove è presente muffa sulla superficie delle pareti, percolamento dal solaio e dai muri di acque derivanti probabilmente dagli scarichi delle docce, che si riversano sul pavimento».
L’amianto sulle tubazioni
Il sindacato segnala anche che «nel seminterrato sono presenti varie tipologie di condotte» che «da un esame a vista abbiamo accertato essere coibentate con materiale sospetto amianto». Da qui la richiesta del sindacato di «eseguire esami di laboratorio per accertare con esattezza la tipologia del materiale segnalato».
