TRIESTE Gli scontri tra antagonisti e forze dell’ordine del 24 ottobre del 2020, in piazza Libertà, sono finiti in Tribunale. Otto persone, di età compresa tra i 49 e i 26 anni, per la maggior parte triestini, si trovano ora a processo. Devono rispondere a vario titolo di violenza nei confronti degli agenti di Polizia e dei Carabinieri, resistenza e offese ai pubblici ufficiali.
È stato il pm Pietro Montrone a indagare sull’accaduto, coordinando l’attività della Digos. Gli investigatori, in quel periodo, avevano raccolto decine di video sull’accaduto: ci sono filmati – dunque prove – in cui si vedono gli antagonisti colpire poliziotti e carabinieri. Sarà un processo, come ha fatto intendere il giudice Giorgio Nicoli durante la prima udienza, che si concentrerà soprattutto su quei video.
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Ma probabilmente quel giorno poteva andare decisamente peggio. Perché piazza Libertà, notoriamente luogo in cui le associazioni di volontariato assistono i migranti della rotta balcanica, era stata oggetto di un sit-in organizzato dal gruppo Facebook “Son Giusto”, al quale avevano aderito frange di estrema destra appartenenti a Forza Nuova, Casapound e alla tifoseria della Curva Furlan. Contestavano proprio questo: l’immigrazione, ritenuta un «business», l’accoglienza. La loro iniziativa in piazza Libertà era stata comunicata alla Questura, che aveva preso atto. Quindi sul posto erano presenti le forze dell’ordine, così da evitare che la situazione potesse degenerare.
Infatti in piazza, nel pomeriggio, non c’erano solo i militanti di destra. Erano venuti anche gli “antagonisti” (la denominazione, evidentemente semplicistica per ragioni di sintesi, non è così lineare: i gruppi talvolta vengono definiti dalla stessa Digos “anche “anarco-insurrezionalisti”); erano venuti proprio per opporsi alla manifestazione dell’estrema destra. Alcuni, in segno di protesta (fin lì pacifica), si erano semplicemente seduti a terra, in piazza. La Digos, dopo un po’, aveva chiesto loro di andarsene per evitare contatti con il fronte opposto. L’invito a sgomberare non era stato accolto. Polizia e Carabinieri erano quindi intervenuti con manovre di alleggerimento per allontanare gli antagonisti. E loro avevano reagito.
Un trentanovenne triestino, I.C. le sue iniziali, è accusato di aver spruzzato spray urticante contro un agente. Un quarantaduenne (T.D.) ben noto per la sua costante presenza a contestazioni del genere, avrebbe sferrato calci al vice questore e a un altro poliziotto. Altri avrebbero colpito con manate e calci i carabinieri e gli agenti che formavano il cordone di contenimento. Durante le indagini era stata identificata un’ottantina di antagonisti. Otto sono a processo, con citazione diretta a giudizio.
Numerosi i legali coinvolti: gli avvocati Maria Genovese, Antonio Cattarini, Riccardo Cattarini, Jennifer Schiff, Silvia Fantinel, Marco De Nadai. La prossima udienza è fissata il 18 marzo.