TRIESTE L’attesa è finita, alla fine il gran giorno è arrivato. Dopo lo spuntino in Supercoppa, signori, ecco il derby. Pallacanestro Trieste-Apu Old Wild West, al PalaTrieste alle 21 perchè una sfida così merita i riflettori della Rai.
In gioco, come sempre in questi casi, non ci sono solamente i due punti. L’orgoglio di entrambe reclama la supremazia regionale, lo spirito con cui arrivano al confronto è diverso. Trieste ha maggior pressione addosso perchè i friulani hanno due punti in più e una gara in meno, una sconfitta significherebbe lasciare strada libera ai “cugini” e sarebbe la notizia meno gradita da una piazza che ha già dovuto ingoiare qualche settimane fa il rospo amarissimo della scoppola contro la Fortitudo. Stasera Trieste deve dimostrare di saper affrontare e vincere i big-match, esercizio utile per prepararsi al clima dei play-off. Il “work in progress” va bene ma questa non è serata da esperimenti nè apprendistato: la grinta e la carica emotiva dimostrate da Ariel Filloy a Piacenza rappresentano un modello da seguire.
Trieste ha dalla sua il fattore campo ed è proprio questa una delle chiavi dell’incontro. Negatività e scetticismo non possono trovare posto stasera al PalaTrieste: questa è una delle sfide nelle quali il calore del pubblico fa davvero la differenza.
PRESENZE E MAGLIE Ieri sera erano quasi 4500 i posti occupati tra biglietti venduti, quota ospiti e abbonamenti. Si può ipotizzare che si arrivi a quota cinquemila con l’ultima caccia al biglietto visto che le biglietterie esterne in via Flavia apriranno alle 19 per restare aperte sino alla fine del secondo quarto. Per la serie A2 si tratterà comunque di uno dei picchi di presenze. La novità del derby sarà costituita dalle nuove maglie. Le divise progettate in collaborazione con Bureau Borsche hanno il claim “Vengo dal vento”, color rosso acceso e qualche elemento grafico che richiama il legame della città con la Bora. Nelle foto ufficiali ha fatto da modello anche capitan Deangeli. Un capitano di ieri invece, Daniele Cavaliero, è tra gli ispiratori del nuovo volto della squadra biancorossa.
CHRISTIAN Nella sua analisi prepartita coach Jamion Christian ha sottolineato che «Dobbiamo fare attenzione al possesso della palla, assicurandoci di trovare una soluzione offensiva ogni volta che attacchiamo. L’efficienza dell’attacco è stata notevole quest’anno quando abbiamo curato il possesso, è fondamentale per noi. Essendo un derby, dovremo gestire le emozioni nel modo giusto e capire che la partita ha un’enorme importanza. La squadra sta crescendo, Brooks e Ruzzier continuano a migliorare e mi piace la direzione in cui si sta muovendo il gruppo». Il tecnico lancia un appello ai tifosi: «Chiediamo semplicemente il vostro supporto, di mettere il vostro amore e passione dietro la nostra squadra in modo che possiamo dare il massimo. Noi e i ragazzi siamo davvero fiduciosi che riusciremo come squadra a rendervi orgogliosi durante tutta la stagione».
REYES Justin Reyes ci sarà. Il giocatore portoricano è rientrato ieri in tempo per unirsi ai compagni dopo qualche giorno di permesso concordato con la società al momento di definire l’ingaggio agli inizi dello scorso agosto. La speranza è che il jet-lag sia stato smaltito in fretta. La sua assenza a rimbalzo non si è fatta sentire a Piacenza ma non è che i miracoli debbano ripetersi a breve giro. Un tipetto da nove carambole a sera meglio tenerselo stretto.
I NUMERI Sono parecchie le differenze tra Trieste e Udine. La squadra di Christian ha il miglior realizzatore del girone in Reyes con quasi 22 punti di media, il miglior friulano in graduatoria è Monaldi, 16° con 13,7 punti. L’Apu però segna complessivamente più di Trieste: 84,2 punti contro 80,3 e tira molto meglio da tre (43% contro il 31%). In compenso la formazione di Vertemati è quella che finora si è procurata meno conclusioni dalla lunetta. Dal punto di vista della produzione offensiva i due stranieri, Clark e Delia, entrambi ex triestini, assicurano alla causa 18 punti in due. Mirza Alibegovic è l’elemento più impiegato. I biancorossi prevalgono a rimbalzo e naturalmente nelle palle perse con ben 15 sprechi per partita. Non sono poche però neanche le 13 palle buttate dagli udinesi.