UDINE. Il ciclone Ciaran ha lasciato sul terreno decine di milioni di danni. Almeno quattro serviranno per ripristinare il litorale con circa 200 mila metri cubi di sabbia che, tra venerdì 3 e sabato 4 novembre, la mareggiata si è portata via solo a Lignano.
Le stime non solo si preannunciano ingenti anche nei comuni della Pedemontana e della montagna colpiti dalla tempesta, ma il bilancio potrebbe peggiorare a seguito della nuova allerta gialla e arancione prevista dalla Protezione civile e dall’Arpa per domenica.
Le squadre della Protezione civile, assieme ai sindaci, si preparano, infatti, a monitorare nuovamente gli argini dei fiumi e e i versanti delle montagne. Secondo le simulazioni, fino alle 15 di domenica le precipitazioni e le raffiche di vento possono provocare danni idrogeologici e criticità idrauliche soprattutto nella Pedemontana e in montagna.
L’instabilità dei pendii può favorire le frane e, quindi, la chiusura di altri tratti viari già messi duramente a rischio nei giorni scorsi. Si preparano a scendere in campo decidi di squadre della Protezione civile, tecnici e gli operatori con mezzi meccanici.
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La situazione
Dopo la tregua di sabato, le condizioni atmosferiche sono nuovamente in peggioramento: sono previste piogge diffuse da deboli a moderate con vento sulla costa moderato da sud e deboli nevicate a partire da 1300 per arrivare a circa 2000. Sulla costa soffierà vento anche forte, poi in veloce rotazione a Libeccio. Probabili anche le mareggiate sulle coste esposte che saranno seguite dall’acqua alta. Vento sostenuto da sud inquota, soprattutto nelle Prealpi Giulie.
Sulla base di queste previsioni la Protezione civile ha divulgato l’allerta gialla e arancione. «Siamo di fronte a territori fragili soggetti a diversi livelli rischio» conferma l’assessore regionale alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, nel ricordare che, ieri pomeriggio, è stata divulgata la nuova allerta meteo soprattutto per criticità idrogeologiche e idrauliche. L’attenzione resta alta anche se la nuova depressione si esaurirà in giornata.
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Le stime dei danni
Le stime dei danni sono ancora parziali, serviranno diversi giorni per contabilizzare le conseguenze provocate dal maltempo. Se a Lignano si parla di almeno quattro milioni di euro necessari per ripristinare la spiaggia erosa dall’acqua del Tagliamento e in montagna il bilancio è altrettanto critico, tutti si preparano a fronteggiare decine di milioni di danni.
«In questo momento non è possibile dare cifre definitive – spiega Riccardi –, per avere un quadro completo è indispensabile attendere e sommare tutte le stime che, già nei prossimi giorni, faranno i sindaci». L’assessore attende quei documenti per fare una valutazione complessiva e decidere poi se chiedere o meno lo stato di emergenza al dipartimento nazionale di Protezione civile.
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«Vedremo come interfacciarci» si limita a dire Riccardi non senza ricordare che sui versanti del patrimonio pubblico e sul patrimonio privato sono stati riscontrati danni importanti. Il meccanismo che porterà alla contabilizzazione dei danni è lo steso seguito a Mortegliano e nei Comuni vicini per accertare le conseguenze provocate dalla maxi grandinata della scorsa estate.
La mareggiata
Dopo la piena del Tagliamento e le continue precipitazioni, a spaventare di più sono le mareggiate, le stesse che, nelle ultime ore, hanno rimosso 200 mila metri cubi di sabbia dalla spiaggia di Lignano. Difficilmente capita di dover rifare una superficie così estesa del litorale.
«Mediamente – spiega Emanuele Rodeano, il presidente di Lisagest – ogni anno mancano 70 mila metri cubi di litorale, quest’anno abbiamo chiesto alla Regione i fondi per portare 140 mila metri cubi e ora ci troviamo a dover ripristinare il litorale con 200 mila metri cubi di sabbia».
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Rodeano è preoccupato perché «la spiaggia è il motore turistico». I costi sono elevati anche perché la cava principale è a Sabbiadoro e la sabbia deve essere trasportata fino a Pineta o a Riviera. «Poi – continua Rodeano – dovremo rimuovere enormi quantitativi di legname».
Al momento i rami e i tronchi trascinati dal Tagliamento sono a disposizione della popolazione, dopodiché il materiale finirà in una filiera per il suo riutilizzo. «Si vede a occhio nudo che il materiale accumulato nel canale di accesso alla foce impedisce la balneazione» insiste il presidente di Lisagest non senza ricordare che i gestori delle spiagge contribuiscono alle spese per il ripristino delle spiagge: «Ci facciamo carico – aggiunge Rodeano – di quello che viene trascinato fino al mare nel corso dei 170 chilometri di fiume e di tutto quello che viene scaricato al suo interno».
Le maggiori criticità
Dopo la piena del Tagliamento (ieri il livello dell’acqua era sceso a sei metri) e le mareggiate a Lignano, Grado e Trieste, le maggiori criticità si stanno evidenziando nella Pedemontana dove, sabato, a Forgaria, le scuole erano ancora chiuse, e nei versanti montani sottoposti alle pressioni dei movimenti franosi.
Sabato pomeriggio, nel Pordenonese, due frane si sono staccate in località Celante e Vigna di Castelnovo del Friuli, mentre la frana di Cazzaso, a Tolmezzo, resta ancora osservata speciale. Smottamenti e frane hanno interessato anche Ragogna. —
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