Ivrea
L’ultima volta è successo mercoledì 25 ottobre. Un paziente della Rianimazione dell’ospedale di Ivrea è spirato, con i suoi cari accanto fino all’ultimo istante.
Successivamente è stato portato in obitorio. E lì, i suoi familiari, sono stati messi alla porta. Negli ospedali dell’Asl/To4, infatti, sembra infatti che non sia possibile vedere la persona deceduta, se non 24 ore prima del funerale.
Il perché, al momento, non si sa. L’azienda però si impegna a rivedere questa regola quanto prima: «Per quanto riguarda le camere mortuarie l’accesso è regolamentato nello stesso modo presso tutte le nostre sedi ospedaliere, ma è in atto una revisione della regolamentazione finalizzata ad ampliare l’orario di accesso».
Sul tema interviene anche il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche.
«Non ci risulta che le attuali disposizioni normative prevedano che i familiari non possano vedere il proprio caro defunto se non 24 ore prima del rito funebre - spiega il segretario provinciale di Torino Giuseppe Summa -. Auspichiamo che i vertici dell’Asl/To4 rivedano in tempi rapidi questo regolamento. Sul tema saremo i primi a sensibilizzare e vigilare».
Il regolamento di polizia mortuaria, in realtà, è piuttosto vago sulla questione. Per legge, infatti, la persona può essere chiusa in cassa soltanto 24 ore dopo la morte, questo per evitare i casi di morte apparente.
Nel regolamento di polizia mortuaria, poi si menziona «l’opera di preparazione e di vestizione della salma è eseguita dagli operatori dell’obitorio, dove presenti, ed è completamente gratuita. In alternativa, i familiari possono provvedere in proprio alla vestizione direttamente o ricorrendo a persona da questi formalmente delegata».
Sugli orari, il primo punto che li menziona recita: «L’accesso da parte dei familiari o conoscenti del defunto ai locali delle camere mortuarie è disciplinato da orario e controllato da personale dell’obitorio».
Ed è seguito da «gli orari di apertura sono affissi all’ingresso delle camere mortuarie. L’accesso in orari diversi da quelli di apertura sarà consentito per straordinarie esigenze non potendosi considerare una evenienza routinaria».
Nel caso in cui, inoltre, «vi sia il sospetto o la conferma di morte dovuta ad una malattia infettiva diffusiva», si legge, «è necessario che gli operatori sanitari, nel caso di manipolazione del cadavere, indossino i dispositivi di protezione individuale idonei e adottino tutte le misure di sicurezza al fine di evitare la contaminazione e la diffusione di eventuali agenti patogeni».