UDINE. Per decenni è stato uno dei punti di riferimento del Monte di pietà di via Mercatovecchio, non solo per il suo ruolo da valutatore degli oggetti preziosi consegnati, ma anche per quello da banditore alle aste di vendita.
Bruno Lodolo, 90 anni, è morto qualche giorno fa nella sua Udine, città dove era nato il 16 marzo 1933 e dove ha vissuto per tutta la vita. «È stato un orafo raffinato e un abilissimo incisore formatosi alla grande scuola dei maestri Leo Zoratti e Mattia Monassi», assicura l’amico Mario Baschirotto.
«Da ragazzo, all’inizio degli anni Cinquanta – aggiunge Baschirotto – è entrato nella bottega orafa di Zoratti, come si usava al tempo, ed è stato notato da uno dei dirigenti del Monte di pietà, che gli ha offerto di andare a lavorare per lui al “banco”. E così Lodolo ha iniziato a valutare gli oggetti preziosi impegnati dai friulani, occupandosi anche delle aste per gli oggetti che non venivano riscattati».
All’epoca Lodolo lavorava nella bottega di via del Monte, e quindi per il dirigente del Monte dei pegni non è stato difficile entrare in contatto con lui. Fino alla pensione ha continuato a operare per la Cassa di Risparmio di Udine, ma non ha mai smesso di coltivare la passione per l’arte orafa. «Si era ricavato un laboratorio nella sua abitazione di via Galilei – ricorda ancora Baschirotto – e oltre a dilettarsi con le sue creazioni per gli amici, si occupava anche di personalizzare orologi e medaglie che la banca era solita donare a Natale ai dipendenti».
Lodolo era sposato con Elena, dalla quale ha avuto due figli, Giovanni e Luca. «È sempre stata una persona molto disponibile, pronta a risolvere i problemi degli altri – prosegue nel racconto Baschirotto –. Per quanto mi riguarda, da collezionista di penne stilografiche, non ho mai trovato nessuno che come lui sapesse saldare i pennini d’oro delle penne degli anni Venti. Era un vero artista con le mani».
Oltre alla famiglia e al lavoro, Lodolo era un grande appassionati di pittura e di arte in generale, cultore del bello. «Ha continuato a lavorare nel suo laboratorio fino alla fine, dimostrando tutta la sua voglia di fare e il suo attaccamento per l’arte orafa», conclude Baschirotto, particolarmente colpito dalla scomparsa dell’amico, con cui ha condiviso diverse esperienze.
Chi ha avuto modo di conoscere Lodolo ricorda ancora il suo dispiacere quando, nel 2013, dopo oltre cinque secoli di attività, il gruppo Intesa Sanpaolo decise di chiudere il Monte dei Pegni, facendo calare il sipario su una porzione importante della vita non solo di Lodolo, ma di tanti cittadini udinesi.