TRIESTE. Da sabato al 12 novembre torna, al Teatro Miela, e con eventi collaterali in altre sedi, il Festival del Cinema Ibero-Latino Americano, alla sua 38° edizione, con un omaggio particolare alla figura di Salvador Allende, attraverso 20 film e documentari, molti inediti in Italia, per raccontare, a 50 anni dal golpe e dalla sua morte, gli anni delle speranze suscitate dal presidente cileno, non solo in Cile, e l'eredità che ha lasciato. E, più in generale, la manifestazione attraverso un mosaico di tante storie e punti di vista, condurrà il pubblico in un incontro con l’America Latina, attraverso l’esercizio della memoria, e raccontandola in modo intimista, attenta a storie di uomini e donne, famiglie, alle loro dinamiche, e ai problemi dell'adolescenza, della salute mentale e delle solitudini urbane. E tra le perle del Festival anche un omaggio a Diego Armando Maradona.
La manifestazione si aprirà alle 20, nell'aula magna del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Trieste, con “La odisea de los Andes”, l'unico documentario realizzato su uno degli episodi più controversi della storia dell'aviazione, diretto dal regista cileno Alvaro Covacevich, su sceneggiatura del Premio Nobel per la Letteratura Mario Vargas Llosa. Il 13 ottobre ‘72, sulle Ande cilene cadde un aereo che portava la nazionale di rugby uruguayana e i 16 sopravvissuti riuscirono a vivere per 71 giorni a circa 4000 metri d'altezza, con notti a 30 gradi sotto zero.
A Covacevich, uno degli ultimi amici di Salvador Allende ancora in vita, regista, sceneggiatore e compositore cileno di origine dalmata, sarà dedicata nel festival una retrospettiva di 5 film, all’interno della sezione “Allende: 50 anni dopo” che, nella sua totalità vedrà titoli come “Allende mi abuelo Allende”, della nipote Marcia Tambutti Allende, “Salvador Allende” di Patricio Guzmán, sul sogno che fu la presidenza Allende per generazioni di cileni, “Habeas corpus” di Claudia Barril e Sebastián Moreno sul ruolo della Chiesa Cattolica, che dopo il golpe salvò migliaia di dissidenti e “Villa Olímpica” di Sebastián Kohan Esquenazi, sul Villaggio Olimpico di Città del Messico quale casa di migliaia di rifugiati di tutte le dittature latinoamericane. Interessante, per il pubblico, nell’affrontare il cinema latino americano, spiega il direttore artistico del Festival, Rodrigo Diaz, è anche quanto sia difficile parlare di una visione d’insieme, per le mille varianti della sfera produttiva e l'eterogeneità di stili, linguaggi, generi, tematiche, estetiche e sensibilità.
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«Il tutto – sottolinea Diaz - in scenari che, per quanto possano vivere e avere una storia comune cambiano inevitabilmente da paese a paese. E il nostro evento, contestualizzandosi in relazione al passato, con il fondamentale esercizio della memoria, e al presente, con empatia per le inquietudini contemporanee, porta a Trieste quelle tendenze di una straordinaria varietà anche per andare oltre ai luoghi comuni. E spesso nell’incontro di “famigliarità”, considerando la forte presenza di italiani in America Latina».
Da Argentina, Brasile, Cile e Messico provengono le 13 opere presentate nel Concorso ufficiale.
A loro si aggiunge la spagnola “El universo Montesinos” di Alex Quiroga, sul celebre stilista spagnolo Francis Montesinos per i suoi 50 anni di carriera. I 14 film di “Contemporanea Concorso” saranno un caleidoscopio sulle anime dell'America Latina anche con ritratti di chi non si stanca di percorrere il mondo in cerca di giustizia, di lottare contro le disuguaglianze o contro il destino per affermare i propri sogni. I
Il documentario “Expuesta” rivelerà l’archivio fotografico di Andy Cherniavsky, una delle fotografe più apprezzate dell'Argentina e dell'America Latina, mentre “La mujer de estrellas y montañas renderà giustizia a Rita, donna rarámuri chiusa in un ospedale psichiatrico del Kansas fino a quando le autorità non capirono che lingua parlasse.
Fuori concorso l'uruguayano “Ad10s” di Santiago Mosquera racconterà il progetto di Gabriel Eloy Carrizo, che ha scritto una canzone dopo la morte di Maradona, mobilitando più di 150 artisti, con 10 versioni musicali e altrettanti videoclip, opere plastiche e un disco e un libro.
Fuori concorso anche “La salvadora”, dedicato a una suora italiana, Valeria Valentin, che a Santiago salvò centinaia di cileni dopo il golpe, mentre l'italo-brasiliano-uruguayano “La versión de Anita” di Luca Criscenti porta sullo schermo la storia di Anita Garibaldi non più solo moglie di Giuseppe, ma donna con la propria autonomia di scelte. Tutti i film in programma sono in versione originale, con sottotitoli in italiano.