CIVIDALE. La notizia delle aggressioni fisiche di cui un’operatrice socio-sanitaria era stata accusata dalla Procura di Udine nei confronti di alcuni degli anziani che assisteva aveva suscitato sconcerto in molti lettori, nel Cividalese.
Qualcuno non aveva esitato a esprimerlo, attraverso i social (il gruppo Fb “Sei di Cividale se”), tra il 6 e il 7 aprile 2020, e questo si era ritorto contro coloro che avevano usato i toni più aspri. Con il risultato di passare dalla parte del torto: da commentatori a imputati a propria volta per diffamazione aggravata.
La Corte d’appello di Trieste che ha esaminato il caso, dopo l’impugnazione della sentenza proposta da Romano Pollauzsach, 59 anni, ed Emanuela De Sabbata, 58, che il tribunale di Udine aveva condannato insieme ad altri due “leoni da tastiera” a mille euro di multa, ha ritenuto il fatto insussistente e li ha assolti.
Accogliendo in tal modo la tesi che i rispettivi avvocati, Carlo Monai e Guglielmo Pelizzo, avevano sostenuto anche in appello, parlando dello «sdegno espresso in modo forte, in quanto ispirato da una reazione legittima» e di «dissenso colorito, ma contro la condotta e non la persona con nome e cognome che l’aveva tenuta».
Condannati in primo grado anche a risarcire i danni morali alla parte civile, rappresentata dallo studio Battocletti, Pollauzsach e De Sabbata potranno ora vedersi restituire le somme che le avevano già versato a titolo di provvisionale