GRADO Chiuse martedì a Grado tutte le scuole di ogni ordine e grado. Lo ha deciso il commissario straordinario del Comune, Augusto Viola a seguito dell’allerta arancio valida fino alle 23.59 di martedì stesso, emanata dalla sala operativa della Protezione civile regionale dato il previsto passaggio di un intenso fronte atlantico con correnti sciroccali che possono determinare piogge abbondanti, vento forte, acqua alta e mareggiate.
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Considerato che tale situazione potrebbe generare notevoli difficoltà all’accessibilità alle scuole per l’espletamento delle normali attività didattiche, mettendo a rischio l’incolumità degli studenti, il commissario ha, dunque, deciso la chiusura delle scuole. Nell’ordinanza è specificato che il provvedimento riguarda le scuole di ogni ordine e grado, sia pubbliche che private, compresi l’asilo nido comunale e la scuola per l’infanzia parrocchiale. Il provvedimento è stato trasmesso alle direzioni delle scuole, dall’Istituto comprensivo Marco Polo (scuole dell’infanzia di Grado e Fossalon, scuole primarie di Grado e Fossalon e scuola secondaria di Grado) nonché il Pertini per l’Alberghiero, la parrocchia per la scuola per l’infanzia paritaria, i diversi uffici comunali, il coordinatore della Protezione civile, la Polizia Locale, e la stazione dei Carabinieri.
Mentre è in arrivo questa ennesima tornata di maltempo, si stanno facendo intanto le verifiche dei danni causati da quella precedente e in particolare quella delle spiagge. I calcoli da fare sono complessi e per una valutazione definitiva ci vorranno ancora diversi giorni. Tuttavia oltre a quelli patiti dall’arenile principale dell’isola, quello gestito della Git, danni li hanno subito anche gli stabilimenti privati di Città Giardino e Pineta. In tutta la lunga area, che è in realtà il proseguimento del lungomare che dalla diga arriva a Pineta, il danno causato dalla marea è quello dell’erosione della sabbia.
Riccardo Ronchiato dello stabilimento Bora Bora di Città Giardino lamenta la sparizione di una ventina di metri di sabbia (dato che si riferisce a una fascia dal mare verso terra). E così è capitato anche per i cinque stabilimenti di Pineta. «Nessuno che ci abbia interpellato – dice Ronchiato – ci sono anche i privati; per il pubblico è più facile ma ci siamo anche noi». Spiega ancora il titolare del Bora Bora che se così dovesse rimanere la situazione, cioè senza alcun ripascimento, rispetto ai circa 200 ombrelloni del suo stabilimento per la prossima stagione ne mancheranno almeno una sessantina i che significa un danno economico davvero importante. «E dobbiamo essere pronti ben prima dell’inizio stagione turistica. Ma dove si andrà a prendere la sabbia? Chi lo farà?».
Evidentemente c’è la paura che come è successo per i danni subiti a seguito dell’acqua alta nel novembre del 2019, i rimborsi arrivino, causa incredibili iter burocratici, a distanza di anni (sono stati perlopiù liquidati quest’anno).
Ma qui non si tratta solamente di soldi ma anche di tempistiche perché non poter attrezzare le spiagge significa dover aggiungere al danno subito ben altri danni.
L’ultima mareggiata ha risparmiato invece la spiaggia della Costa Azzurra. Precisa, infatti, Bruno Troian titolare del Piper, uno dei quattro stabilimenti, che parte della sabbia erosa dagli altri arenili è finita a implementare la Costa Azzurra. Unici danni le tonnellate di alghe e detriti portati dal mare che dovranno essere smaltiti.