In casa l’hanno vissuta come una mazzata: quando hanno visto arrivare la richiesta dell’Inps di restituire 509 euro – in pratica un mese di indennità accompagnatoria – sono rimasti di stucco.
Sì, perché l’anziana G. P., 95 anni, è invalida al cento per cento. E tutto perché due anni prima, ossia nel novembre del 2021, la donna era stata ricoverata in ospedale.
«Mia madre prende una pensione di reversibilità dopo la morte di mio padre, che è stato maestro e ha educato generazioni di montebellunesi, e una accompagnatoria perché è invalida al 100%», racconta Giacomo Marcolin, il figlio, «adesso le chiedono di pagare 509 euro perché hanno fatto un ricalcolo dell’accompagnatoria».
Il prospetto indica infatti che l’anziana percepisce 509,18 euro di accompagnatoria al mese, ma ora l’Inps intende recuperare appunto un mese e, nel ricalcolo, ha precisato che doveva corrispondere 122 euro in meno a novembre 2021 e 388 euro in meno nel dicembre 2021 rispetto a quanto erogato.
Di qui la somma che corrisponde a un mese di indennità di accompagnamento. Pochi giorni fa l’Inps ha chiesto il rimborso della cifra, affermando di non poterla trattenere dalla pensione che viene mensilmente erogata.
Il motivo? L’anziana tra novembre e dicembre 2021 era stata ricoverata per più di 29 giorni in ospedale. E, quindi, secondo l’Inps, non poteva percepire l’indennità di accompagnamento. «Ma faremo ricorso», assicura Marcolin, «non pagheremo quanto ci viene richiesto e presenteremo ricorso, mi sono già rivolto a un legale che mi preparerà il ricorso contro l’Inps».
Dalla sua l’Inps ha la norma che sancisce la sospensione dell’indennità di accompagnamento in caso di ricovero in una struttura gratuita, come un ospedale, se questo supera i 29 giorni. Il 2021 era il periodo di pandemia, gli anziani, poi, sono più soggetti a patologie e così la 95enne era stata ricoverata a novembre 2021 e in ospedale era rimasta per più di un mese.
«Sarà anche gratuito il ricovero in un ospedale pubblico», commenta Giacomo Marcolin, «ma la sanità pubblica la paghiamo con le nostre tasse: perché allora sospendere anche l’indennità di accompagnamento? E poi mica è scontato che chi è ricoverato in ospedale non abbia spese: se una ricoverata ha bisogno di assistenza da parte di una badante, pur essendo in ospedale, non è forse una spesa che deve affrontare, legata alla sua invalidità, per la quale percepisce l’accompagnatoria. Come fa l’Inps a sapere se ha avuto o no bisogno di una assistenza a pagamento mentre era ricoverata? Quindi faremo ricorso contro questa richiesta di pagamento da parte dell’Inps».
Lo spiraglio è dato da una ordinanza della Corte di Cassazione che aveva respinto una opposizione dell’Inps in un caso di invalido grave ricoverato in ospedale che aveva però necessità di assistenza continuativa.
