foto da Quotidiani locali
MONFALCONE Una marea di legname scaricata dall’Isonzo ha coperto nell’arco di due giorni il litorale monfalconese dell’Isola dei Bagni. La mareggiata di venerdì mattina causata dalle forti raffiche di libeccio ha peggiorato la situazione. Uscita quasi indenne invece la spiaggia di Marina Julia dove l’acqua ha coperto la zona sassosa e dunque sarà necessario un ripascimento contenuto. Risparmiati anche i chioschi al di là di evidenti disagi patiti. Buono il deflusso delle acque della laguna della Cavana «grazie alla recente realizzazione dei canali scolmatori».
Impressionante il canale Brancolo: il livello dell’acqua ha sfiorato il ponte girevole. Interdetta al traffico per tutta la giornata la strada di accesso a Marina Nova. Allagato il Marina Monfalcone. Livello dell’acqua straordinario anche sul canale Valentinis dove il cantiere della rotonda e dalla piazza belvedere è stato sospeso.
Ma se il maltempo sembra concedere una tregua l’emergenza sull’Isola dei Bagni non è finita. Anzi. Parte delle tonnellate di legname spiaggiato sono tornate in mare per effetto delle maree. Migliaia di tronchi galleggiano minacciosi al largo tanto che la Capitaneria di porto ha emanato un avviso ai naviganti valido ancora per le prossime 24 ore.
Al lavoro sin dall’alba le squadre della Protezione civile di Monfalcone e della Capitaneria. Il sindaco Anna Maria Cisint ha seguito le operazioni e ringrazia quanti si sono adoperati nell’emergenza.
Rileva però il sindaco: «Quello che vediamo oggi è un danno economico, sia pubblico che privato, che una volta quantificato provvederemo a fare avere alla Protezione civile regionale. Un danno causato dall’inattività di fronte a eventi prevedibili. Vista l’eccezionalità delle condizioni meteo, supportate da uno straordinario libeccio, ci riserviamo di quantificare ulteriori danni in sinergia con i cittadini e le imprese della nostra città. Tonnellate di materiale spiaggiato - in particolare abeti e faggi - portato qui a causa dell’apertura a mille metri cubi al minuto della diga di Salcano. La sicurezza in mare è l'obiettivo prioritario, anche perché è evidente che l’Isonzo porterà altre tonnellate di legna che permarranno nel golfo per molti giorni creando problemi a pescatori e marittimi».
Il sindaco, il coordinatore del gruppo di Protezione civile Andrea Olivetti e l’ingegner Enrico Englaro dell’Ufficio tecnico comunale hanno rilevato la massiccia presenza di tronchi perfettamente tagliati alla base.
Non è escluso che si tratta di legname accatastati nei pressi del corso sloveno dell’Isonzo, la Soca, che la piena ha portato via.
Quanto al Lido di Staranzano rami e tronchi di alberi, cassette di polistirolo e ogni tipo di materiale hanno invaso la spiaggia e soprattutto il “Surf bar”, l’unica struttura sul litorale aperta tutta l’anno tra Marina Julia e Staranzano, gettando nello sconforto la titolare, Cristina Geron. «Un disastro – ha commentato – nonostante le protezioni di paratie esterne e interne, il mare è riuscito a entrare lo stesso nel locale. Naturalmente ho dovuto sospendere il lavoro, la mia unica fonte di reddito, ma spero di rendere al più presto agibile la struttura perché la clientela è affezionata e viene sempre. La cosa più grave è che siamo stati invasi da tante ramaglie perché non viene fatta la pulizia ordinaria della spiaggia. Quest’anno ho avuto grandi problemi sia con la pulizia sia con le alghe, probabilmente perchè è stato cambiato l’appalto. Il cassone per la raccolta dei materiali, ad esempio, è stato portato via già dall’estate. Ho contattato il Comune di Staranzano perché organizzi una vera pulizia, e spero che si faccia vedere qualcuno perché da sola non posso andare avanti».
La strada di accesso all’Isola della Cona è stata transennata da mercoledì impedendo ai visitatori di arrivare al centro visite e al museo, ma si spera di riaprire in questo fine settimana. L’Isonzo, infatti, era straripato in diversi punti specie nell’ultimo tratto di un centinaio di metri della golena, dove l’acqua ha raggiunto un’altezza di 20-30 centimetri.
«A causa della piena del fiume – ribadisce Letizia Kozlan, presidente della Rogos – in via precauzionale abbiamo chiuso l’accesso alla riserva allagata in più punti. Per i cavalli Camargue, inoltre, nessun problema perché si trovano in una zona riparata dall’argine, in questo periodo non diamo ancora fieno perché si nutrono sul campo, ma i nostri operatori della Rogos hanno sotto controllo la situazione. Lasciano la jeep al parcheggio grande prima della riserva e a piedi percorrono l’argine fino al centro visite».