foto da Quotidiani locali
GRADO Eccola l’acqua alta a Grado. Ha giocato d’anticipo, spingendosi in forte accelerata con il suo picco di 166 centimetri. Perché se le previsioni meteo lo collocavano alle 9.10, poco più o poco meno, già dalle 7 del mattino venerdì si sono affacciate le prime criticità.
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Una “violenza” tale da allagare rapidamente in progressione vaste zone dell’Isola. Si fosse “solo” trattato dei soliti punti bassi, ma l’alta marea imbizzarrita dal Libeccio s’è presa tutto ciò che la sua energia le ha consentito. Tempi ristretti in uno sviluppo iperbolico aumentandone decisamente la potenza.
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Acqua, dunque, anche dove non ci si aspettava tanto che a quel punto era solo una questione di centimetri, passando da oltre i 40 di media ad oltre sessanta. Chiuse le strade di accesso al centro dell’Isola, ma non bastava, procedendo ulteriormente, con gli agenti della Polizia locale in postazione.
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Il porto è “esondato”, sott’acqua l’intera Colmata, fino a raggiungere via Marchesini. Con le aree più “deboli”, appannaggio dell’endemico fenomeno per antonomasia, già invase. Off-limits la stazione delle corriere, in piazza Carpaccio, interdetta al traffico.
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L’Apt ha sospeso temporaneamente una linea arretrando il capolinea delle corse vicino alla rotatoria del cimitero. Del resto, le rive erano quasi diventate “fiumi”, le auto ad affrontare il rischio di andare in panne, nel procedere sollevando fiotti di acqua. Il percorso di ingresso a Grado, in arrivo dalla provinciale 19, consegnava una visione davvero insolita: le imbarcazioni ormeggiate, cancellati i pontili, davano l’impressione di finire sulla strada, ormai livellate alle vetture.
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Vie in immersione un pò ovunque. Attorno al mandracchio, su buona parte delle rive, la “tangenziale” lungo il canale dell’Isola della Schiusa, compreso il tratto di attratto dei motoscafi del servizio per Barbana. Acqua anche nelle strade centrali, in via Orseolo, via Marina, la galleria Excelsior e il viale principale. Quelle più basse, pertanto, subito immerse senza soluzione di continuità, come via dei Provveditori e via Manzoni. Si “galleggiava” anche ai piedi del ponte in zona dello Squero.
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La strada regionale 352 è stata chiusa nel tratto translagunare Grado-Belvedere per allagamento, con deviazioni in direzione Boscat e attraverso il Ponte Cucchini sulla Monfalcone-Grado. Un bollettino di guerra.
Via Duca d’Aosta ha offerto un’immagine surreale: un primo tratto rimasto intonso e, quasi a misurarlo con il metro, la strada “spariva” all’improvviso. Sembrava una dinamica nelle mani di un indecifrabile calcolo delle probabilità, a vedere locali mantenuti chiusi, in attesa del deflusso, e altri invece che già accoglievano gli avventori. E tanto per non farsi mancare nulla, la cabina dell’Enel è saltata.
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Il commissario straordinario del Comune, Augusto Viola, dalle 6 del mattino a «guardare per terra», come ha efficacemente spiegato, per lui questo sì che è ha rappresentato il suo “battesimo” del mare di Grado, è stato subito avvicinato: «Commissario l’Enel, è saltata la luce, la corrente s’è interrotta, le pompe non lavorano...», lo ha informato un operatore, piuttosto preoccupato. E dire che non è la prima volta, c’è stato anche chi ha obiettato.
L’acqua alta venerdì mattina ha dato il peggio di sè seminando d’impatto le criticità, nel richiedere misure repentine. «L’alta marea ha avuto un’accelerazione inaspettata – ha osservato il commissario Viola –. Ha assunto un’evoluzione per così dire violenta, anticipando i problemi fin dal primo mattino. Questa “aggressività” particolare ci ha messi in difficoltà. È stato un evento certamente previsto da Ispra e dalla Protezione civile, ma il suo sviluppo repentino ha fatto la differenza», ha aggiunto nell’interfacciarsi contestualmente con i tecnici comunali e la squadra della Protezione civile per raccordare le attività. In campo tutti gli operatori del Comune, tra Protezione civile, Polizia locale e operai, in assetto da “prima linea”. Presidi anche delle forze dell’ordine.
Il titolare dell’albergo Città di Trieste ha raccontato: «I miei clienti hanno fatto colazione in mezzo all’acqua». Turisti ancora numerosi, pur oltre la chiusura della stagione estiva. Per loro Grado con la sua acqua alta ha rappresentato uno “spettacolo”, nell’infilarsi tra una strada percorribile e l’altra a “scattare” foto col cellulare.
Intere famigliole, gruppi di giovani, non hanno neppure voluto perdersi il mare imbizzarrito, anche a costo di venir colti dall’infrangersi continuo delle onde. Foto, video, i bambini elettrizzati. Un’imprenditrice ha osservato: «Per loro è un divertimento, soprattutto per i piccoli». E mentre s’era innescata la fase di deflusso, il commissario ha comunque messo in conto, preorganizzandoli, i trasporti per garantire il rientro da scuola degli alunni. Intanto il sole ha bucato le nuvole, concedendo quiete e l’innalzamento delle temperature.
Acqua alta ed il litorale ostaggio della mareggiata. E che mareggiata. Il presidente della Git, Roberto Marin, l’ha definita «veramente potente» parlando di «onde alte un metro sopra la spiaggia». Ha argomentato: «Dobbiamo attendere che la situazione si stabilizzi prima di verificare la situazione e i danni». Ma intanto, a dedurlo rispetto al ripascimento ordinario per 10 mila metri cubi di sabbia, effettuato lo scorso aprile in vista della stagione turistica, circa 600 metri tra il reparto Settimo Cielo e l’ingresso principale, ha ipotizzato un’erosione di 30-40 mila mc. Se nel primo caso siamo sull’ordine dei 400-500 mila euro, questa mareggiata ne varrà quantomeno 1,5 milioni.