foto da Quotidiani locali
GORIZIA A entrare all’Auditorium di via Roma non sembra che tanto tempo sia passato: tutto è rimasto come prima. Ma sono trascorsi parecchi anni da quando veniva utilizzato abitualmente. Per questo, quanto avvenuto ieri, non è un evento di secondo piano: la sua galleria è stata riaperta, riconsegnata alla città. I suoi ambienti ospiteranno una personale di Riccarda de Eccher fino a sabato 18 novembre. Per l’Auditorium occorre attendere ancora un po’, «ma riaprirà a brevissimo», assicura l’assessore alla Cultura, Fabrizio Oreti: «Tra pochi giorni, le tariffe saranno portate in giunta e approvate: avranno prezzi assolutamente abbordabili, per venire incontro alle esigenze delle varie realtà del territorio che lo potranno chiedere per le loro manifestazioni. Quindi, tornerà a disposizione di tutti».
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A vederlo, appunto, è quello di sempre, quello che gli appassionati hanno avuto modo di conoscere e frequentare. Insomma, manca poco, questa volta, perché i goriziani possano tornare in quella che, per capienza, è la seconda sala dopo il teatro Verdi. Se, infatti, il Verdi ha circa 670 posti a sedere, l’Auditorium ne ha circa 370. Kulturni dom e Bratuž per poco non arrivano ai 300.
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I dipinti alle pareti sono rimasti gli stessi, come i divanetti e le poltroncine della sala. A visitarlo, pare di compiere un tuffo nel passato. E lo stesso si può dire della sua galleria. In altre parole, non ci sono particolari modifiche di ordine estetico, strutturale. Tra l’altro, la sala “Tullio Crali” di via Diaz ormai non è più utilizzata dal Comune e non si può escludere che proprio la galleria dell’Auditorium venga intitolata al pittore futurista nato a Igalo nel 1910, ma a lungo residente a Gorizia. Anzi, stando alle voci di corridoio non si tratta soltanto di un’ipotesi.
Per il momento, comunque, tocca a Riccarda de Eccher. Con pieno merito si è presa una bella dose di congratulazioni. “Montagna” è il titolo della sua personale, dato che l’iniziativa vuole celebrare il 140mo anno di attività della sezione goriziana del Cai e lei è anche una qualificata alpinista.
Oltre ai discorsi di rito, come quello del sindaco Rodolfo Ziberna, non è allora mancata l’esibizione del coro Monte Sabotino. «Ci voleva una donna per riaprire l’Auditorium», ha poi affermato la protagonista, riportando un commento che, a sua volta, le era stato indirizzato. Tra quanti hanno partecipato all’inaugurazione, c’era poi il presidente della Fondazione Carigo, Alberto Bergamin: «È certamente una notizia significativa che Gorizia possa riappropriarsi dell’Auditorium, ambiente culturale di primaria importanza per la città», ha dichiarato. «La riapertura è un grande evento Era ora. Gorizia non ha grandi spazi espositivi, quindi è un bene il suo ritorno alla città. Ora, speriamo che si prosegua con l’organizzazione di altre mostre», ha poi detto Franco Dugo, pittore e incisore.
In fondo, a vedere quanti erano presenti, quello della galleria era un ritorno che la città attendeva eccome. I suoi ambienti, proprio come prima, occupano due piani, collegati da una scalinata interna. In molti ricorderanno le mostre che vi erano state allestite. Poi, per più anni, la galleria era rimasta chiusa. Agli artisti e al pubblico. Proprio come l’Auditorium. La loro gestione, prima regionale, è ormai passata al Comune. Che, appunto, ieri ha inaugurato la galleria. Per l’Auditorium, è l’ultimo sprint. Visto che si è attesto tanto e si è in dirittura d’arrivo, giorno più o giorno meno non fa molta differenza