foto da Quotidiani locali
TRIESTE Agli appassionati del gioco “il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto” di questi tempi la Pallacanestro Trieste regala sicuramente soddisfazioni. La squadra di Jamion Christian è in testa alla classifica, imbattuta, in compagnia della sola Fortitudo. Benissimo. Non ha ancora dimostrato una netta identità di squadra. Uhm. E allora da che parte pesare questo avvio di stagione? L’impressione è che come spesso accade la verità stia nel mezzo.
IL BICCHERE MEZZO PIENO Tre vittorie in tre partite. Tutte in mezzo a balbettii ma senza mai davvero arrivare a un finale aperto, punto a punto, trovando comunque la chiave o soprattutto l’uomo in grado di dare la sterzata nelle battute finali. In un campionato come la A2 dove le sorprese si sprecano intanto qualcosa è stato fatto. Resta comunque l’impressione di un gruppo con diverse individualità tecnicamente di categoria superiore. Inoltre Trieste ha vinto a Chiusi senza Vildera e Filloy e ha piegato Nardò con Ariel in panchina inutilizzato precauzionalmente e con Campogrande fuori uso per una distorsione a una caviglia proprio mentre stava indirizzando la partita con tre triple.
IL BICCHIERE MEZZO VUOTO Trieste ha vinto ma senza ancora convincere completamente. Ha battuto tre formazioni tra cui due ancora ultime con zero vittorie mentre l’altra, Chiusi, è stata appena strapazzata a Cividale. In tutte e tre le partite ha accusato pause vistose: contro i pugliesi dopo aver conquistato 19 punti di vantaggio si è fatta rimontare quasi pressochè integralmente il margine. Una squadra che punta alla promozione, inoltre, non può concedere in casa 22 rimbalzi offensivi agli avversari, nè buttare via 15 palloni. Peccati che si sono rivelati veniali solo grazie alla caratura inferiore di chi stava di fronte. Contro la Fortitudo di Caja oppure contro Udine più che pericoloso sarebbe letale un approccio simile.
IL PUNTO Quello che è evidente è che Trieste non ha ancora un’identità di gioco definita. Contro Nardò ha disputato la più “varesina” delle sue prove, tirando tanto da tre punti e segnando 96 punti, ma spesso hanno pagato più le iniziative estemporanee dei singoli (Ruzzier, Reyes, l’intelligenza tattica di Ferrero) che il gioco d’insieme. Il giocatore multiuso può essere una risorsa ma arriverà anche il giorno in cui ci sarà bisogno di gerarchie e ruoli più definiti. Contro i lunghi, per intenderci, non si può prescindere da Candussi o Vildera. Così come quando c’è da affondare i colpi in attacco i due principali punti di riferimento più affidabili sono stati finora Reyes e “Candu”, con Campogrande terza opzione. Se infine c’è bisogno di avere sul parquet uomini in grado di leggere le situazioni e scegliere le soluzioni tattiche migliori è difficile pensare di fare a meno di Ruzzier, Filloy e Ferrero.
IL CALENDARIO Dopo tre impegni sulla carta non proibitivi, si apre domenica a Cento il ciclo di test sempre più probanti. Successivamente Trieste ospiterà la Fortitudo Bologna e, qualora entrambe vincessero domenica, varrebbe il primato solitario. Da lì in poi si proseguirà in apnea: Verona e Piacenza fuori e poi al PalaTrieste i due derby regionali. Si alza il livello delle avversarie, di conseguenza deve alzarsi anche il livello di gioco dei biancorossi.
IL PUBBLICO Contro Nardò 2159 spettatori. D’accordo il turno serale infrasettimanale, d’accordo il possibile scarso richiamo delle antagoniste ma il dato rimane comunque lontano da quello sperato dalla proprietà a inizio stagione. I prossimi impegni casalinghi da questo punto di vista non saranno un banco di prova solamente per la squadra. Quelli con la Fortitudo e Udine sono i due incontri tradizionalmente più attesi e caldi. Servirà un’impennata.