MONFALCONE A Monfalcone, dove l’amministrazione comunale si è schierata con Israele esponendone la bandiera dal municipio e un quinto della popolazione è di fede musulmana, il consigliere comunale Jahangir Sarkar, di origine bengalese, ha condiviso sul proprio profilo Facebook dei video di segno opposto. «Non inneggio alla guerra, nessuno la vuole: ho solo condiviso un video che parla di una cosa importante per i musulmani», ha spiegato Sarkar, che però pare aver confuso un’azione della Operazione Al Aqsa lanciata da Hamas con la presa dell’omonima moschea di Gerusalemme, un simbolo per i musulmani.
Immediata la reazione del sindaco Anna Cisint, che ha chiesto pubblicamente le dimissioni di Sarkar. «Il consigliere comunale Jahangir Sarkar che nel suo profilo social promuove una manifestazione a favore dei palestinesi che inneggiano slogan contro Netanyahu definito “assassino”, non può più far parte del nostro Consiglio comunale – ha detto – il suo atteggiamento viola la coscienza comune e offende profondamente la comunità intera, sconvolta dall’atroce massacro che ha visto vittime innocenti».
Far parte del Consiglio comunale, ha aggiunto Cisint, «implica un giuramento di fedeltà ai principi di rispetto dei diritti umani e di ripudio di ogni forma di violenza». «È questa la discriminante che ho chiesto a tutti coloro che ritenevano di candidarsi alle cariche municipali: violare questi valori significa violare il rapporto fiduciario verso la comunità dei monfalconesi», ha affermato, chiedendo le dimissioni del consigliere eletto nelle file della maggioranza con la lista Noi con l’Italia e poi traghettato al gruppo misto.
Non una prima, la richiesta di dimissioni: anche le affermazioni fatte da Sarkar in un incontro elettorale prima delle comunali del 2022 con persone originarie del Bangladesh ne avevano fatte scattare. Allora come ora Sarkar però risponde picche. «Il sindaco può chiedere ciò che vuole, ma è un mio diritto essere consigliere e di chi mi ha votato – ha detto dopo l’annuncio di Cisint –. Ritengo solo di aver difeso una libertà di religione. Rispetto l’Italia, di cui sono un cittadino e in cui la libertà di pensiero dovrebbe valere per tutti».
