La fluidità tra lo sport e l’allure, ovvero tra i codici dell’abbigliamento sportivo e quelli dell’eleganza, non è una connotazione contemporanea, anche se le collezioni degli ultimi dieci anni, di quasi tutti i designer, sembrano abbracciare tale vocazione. In realtà, si potrebbe senza dubbio dire che la nozione di comfort nella moda, combinata a un costante desiderio di eleganza, nasce già agli inizi del XIX secolo. A partire dai folli anni Dieci del Novecento, si comincia, infatti, a dare il via a quella liberazione del corpo da corsetti, panciotti, giarrettiere attraverso la proposta di silhouette morbide e fluttuanti, senza costrizioni nel punto vita per le donne e al collo per gli uomini, che altro non è se non un bisogno di libertà nei movimenti e nel pensiero.
La suffragetta del comfort e pioniera delle contaminazioni tra capi sportivi e quotidiani rimane storicamente Gabrielle Chanel, che già nel 1913 apre un corner dedicato all’abbigliamento sportivo nella sua boutique a Deauville, mentre qualche anno più tardi, nel 1928, sarà Elsa Schiaparelli a decidere di porre l’insegna «Pour le sport» alla sua boutique parigina in rue de la Paix al numero 4. È l’inizio della diffusione dello sportswear, nuovo genere nel quale emergeranno anche Jean Patou e Jeanne Lanvin, sperimentatori di inedite silhouette e padri dell’eleganza sportiva. Ora, a ricostruire le interessanti interferenze tra lo stile ginnico e il prêt-à-porter ci pensa una mostra dall’eloquente titolo, Mode et Sport, d’un podium a l’autre, che dal 20 settembre 2023 fino al 7 aprile 2024 interesserà le sale del museo di Arts décoratifs di Parigi. «Si tratta di un percorso cronologico che ritrae la storia degli abiti sportivi dal XIX secolo fino ad oggi, attraverso l’esposizione di pezzi emblematici provenienti da varie case di moda» spiega Sophie Lemahieu, conservatrice della sezione moda e tessile del museo.
A voler essere precisi, questa non è la prima esposizione parigina dedicata al tema sport e moda: a giugno, infatti, è terminata la mostra Mode en mouvement tenutasi al Palais Galliera. Entrambe riflessioni ragionate, e perché no, anche operazioni di marketing intelligenti in vista dei prossimi Giochi olimpici e paraolimpici di Parigi, nel 2024. «È innegabile quanto la tenuta da palestra, i completi da tennis, le scarpe da running abbiano influenzato l’abbigliamento quotidiano di tutti noi, ma soprattutto quanto abbiano contribuito storicamente allo studio di nuovi materiali» tiene a precisare Marie-Laure Gutton, tra le curatrici della mostra. Il cotone ritorto, il nylon, il jersey, il neoprene, le fibre elasticizzate, quelle traspiranti e impermeabili, materiali ora comunemente usati nelle collezioni di moda, sono infatti tutti mutuati dallo sport, e spesso anche dall’abbigliamento militare. Ma questa è un’altra storia. Peccato però che la mostra parigina abbia previsto nell’allestimento, l’esposizione solo di pezzi storici e recenti di brand quasi tutti francesi, da Courrège a Chanel, da Louis Vuitton a Dior. Dimenticando la ricerca dei designer americani e italiani, a cominciare da Emilio Pucci, tra i primi a ripensare e rendere glamour le tute da sci a tal punto da portarle in passerella nella versione a stampe geometriche tipica della maison.
Per non parlare del pantalone con polsino ideato da Missoni, diventato fondamentale poi nella realizzazione delle tute che fino a quel momento ne erano prive: Ottavio Missoni era un atleta olimpionico e ben conosceva l’importanza della praticità, traspirabilità, elasticità dei tessuti sui campi di gara, e successivamente nei salotti cosmopoliti. Senza contare l’uso del nylon con la sua portata rivoluzionaria voluto da Prada, evoluto ora ai massimi livelli di sofisticazione nella versione riciclata. Gli esempi potrebbero continuare, ma in mostra i capi parlano perlopiù francese. Detto questo, sono pur sempre esempi di grande ricerca. Forse, però, l’aspetto più attuale di questa trasmigrazione dalla moda allo sport e viceversa è la metamorfosi degli sportivi che diventano modelli. Come Serena Williams in Off-White sui campi da tennis, di Kylian Mbappé che sostituisce Johnny Depp nella campagna del profumo Sauvage di Dior. E ancora di Cristiano Ronaldo per Louis Vuitton. Insomma da un podio all’altro, come recita l’azzeccato titolo della mostra.