Bagnanti e gestori dei chioschi presi di mira dai ladri. A sparire occhiali, telefonini e persino le scarpe
TRIESTE Brandine, occhiali, borse termiche con il pranzo, zaini, borsette e portafogli, telefoni cellulari e poi scarpe, tante scarpe, soprattutto da ginnastica.
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Sul lungomare di Barcola, nel corso di questa estate, tra i bagnanti, è sparito di tutto: cose di valore, ma soprattutto oggetti da poche decine di euro. C’è chi è dovuto tornare a casa a piedi nudi e chi solo con il costume, «perché gli sono spariti i jeans», riferisce Marina Lapanje. «Più gli anni passano – valuta la triestina, frequentatrice della zona – e più diventa impossibile lasciare per pochi minuti le proprie cose incustodite: uno va a farsi una nuotata e rischia di non trovare più l’asciugamano, i vestiti». A un bagnante «la scorsa settimana – racconta Lapanje – hanno rubato la brandina: fermatosi a bere qualcosa in un chiosco, l’aveva sistemata sullo scooter, e quando stava per andare via si è accorto che il lettino non c’era più».
A essere presi di mira sono soprattutto i più giovani, che non curanti abbandonano vestiti e averi. Distratti dal divertimento e dai giochi in acqua, poi si ritrovano “alleggeriti”. «Ogni due per tre sparisce un paio di scarpe – testimonia Danilo Marzan –: se le fregano anche tra di loro, soprattutto quelle più alla moda a cui non riescono evidentemente a rinunciare neanche per venire a Barcola, quando con un paio di infradito da meno di 10 euro non si corre alcun rischio». Allo stesso modo ci sono adolescenti costretti a tornare a casa senza zaino, senza telefono cellulare, senza occhiali da sole.
A essere presa di mira è soprattutto la zona della pineta, ma anche lungo i Topolini e al bivio di Miramare i furti non sono mancati. «A me è sparita una piccola borsa termica con dentro i panini – testimonia Rosa Cocevar, un’habitué della pineta di Barcola –, forse perché l’hanno scambiata per una normale borsetta, o forse perché – considera ironica – avevano fame. L’ho poi ritrovata tra gli oleandri, naturalmente vuota». In questo caso il danno è stato contenuto, «ma è capitato sia sparito anche qualche portafogli e, circa un mese fa – riferisce ancora Cocevar –, è stato rubato anche un passeggino. Una mamma lo aveva sistemato accanto all’asciugamano, sotto gli alberi: si è allontanata con la bambina un attimo, e al suo ritorno il passeggino non c’era più». «Quel giorno – continua Cocevar – l’abbiamo cercato un po’ tutti, in lungo e in largo, la mamma era disperata, ma non c’è stato modo di trovarlo».
Alcune zone dei Topolini sono “presidiate” da gruppi di amici che, quasi giornalmente, si sistemano al solito posto. «Qua ci conosciamo quasi tutti, non sparisce mai nulla perché uno di noi resta sempre a controllare – così Mario Alberti e la moglie Rita –, ma ci hanno riferito che, soprattutto al decimo Topolino, i furti non sono mancati. Al nipote di un’amica hanno fregato il telefonino, e poi l’altra settimana girava voce avessero portato via le scarpe a un altro ragazzo: se ne sentono di tutti i colori, quindi bisogna farsi furbi». I bagnanti, così come i gestori dei chioschi, testimoniano ci sia un passaggio di personale della Questura, dei Carabinieri, della Polizia locale, «ma la zona è ampia – valuta Daniel Zoch – e se la Polizia è al primo Topolino non può essere anche al decimo».
Il questore Pietro Ostuni riferisce di «un servizio straordinario sul lungomare, con agenti aggregati, svolto dall’inizio di luglio a fine agosto, ma darò indicazione di fare ulteriori passaggi». Nel corso dei controlli però «abbiamo notato oggetti incustoditi – osserva il questore –, zainetti abbandonati sulle panchine, automobili lasciate aperte. Per questo – conclude Ostuni –, senza però volerli colpevolizzare, invito i bagnanti a utilizzare qualche prudenza in più».