UDINE. Negli occhi del maggiore Oscar Del Do’ quel 19 dicembre del 2019 brillava passione pura: era l’orgoglio di essere entrato nella squadra delle Frecce tricolori come terzo gregario sinistro (pony 7).
Per lui, friulano originario di Torreano di Martignacco ed ex allievo dell’istituto tecnico Malignani di Udine, Rivolto era casa.
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Alla base, appena finita la presentazione della formazione della Pan, ci riferì che «questo era il suo sogno e che ci aveva creduto da sempre» rivelando poi che il suo primo volo con la pattuglia» era stato «qualcosa di incredibile» dicendosi pronto al suo debutto nell’estate 2020, terminata la fase di addestramento.
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Il maggiore Del Do’, 35 anni, oggi è il secondo gregario sinistro della formazione (Pony 4). Pilota esperto, con oltre 2020 ore di volo all’attivo, proviene dal 132° Gruppo del 51° Stormo di Istrana. Una passione per il volo coltivata fin da piccolo e poi cresciuta quando inizia a frequentare la sezione aeronautica al Malignani dove si diploma nel 2006.
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Se lo ricorda da studente il professore Mauro Fasano, direttore della sezione aeronautica dell’istituto udinese. «Un ragazzo in gamba, serio, preparato – dice – , preciso e molto meticoloso che si era impegnato tanto per riuscire a realizzare il suo sogno di entrare nelle Frecce. Quello che è successo è stato davvero terribile. Da quel che ho potuto vedere dal video dello schianto, Oscar ha cercato in tutti i modi di tenere in assetto l’aereo riuscendo a eseguire la manovra di eiezione poco prima dell’impatto. Ha fatto quello che doveva essere fatto e nel modo migliore».
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Nel 2020 Oscar era ritornato al Malignani per partecipare a un incontro con oltre 200 studenti a cui aveva raccontato di come la sua passione per il volo l’aveva spinto «a conoscere l’Aeronautica e poi a entrarci intraprendendo il percorso dell’Accademia di Pozzuoli e proseguendo la mia crescita professionale nelle Forze Armate prima come pilota militare e adesso con l’emozione di unirmi alla famiglia delle Frecce».
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Giovedì 14 settembre la Pan era atterrata a Torino per l’air show di Vercelli ed accoglierla c’erano i rappresentanti del consiglio regionale del Piemonte. E sabato 16 settembre doveva essere una giornata di festa. E invece diventa una giornata di tragedia per la Difesa.
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L’aereo delle Frecce Tricolori che a Torino precipita in fase di decollo, travolge una macchina di passaggio sulla strada che costeggia l’aeroporto, uccide una bimba e ferisce il resto della famiglia, è un incidente duro da accettare. Il pilota, maggiore Oscar Del Dò, è in ospedale sotto choc. Ha parlato qualche minuto con il ministro della Difesa Guido Crosetto, molto scosso anche lui dall’accaduto, e non riesce a capacitarsi. «Ero riuscito a portare l’aereo verso un’area senza nessuno», ha spiegato.
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Ed è in effetti quanto si vede dai video che circolano: l’aereo decolla in formazione, ma subito si capisce che va in stallo. L’unico motore per quel tipo di aerei che sono in dotazione alla pattuglia acrobatica. Spiega un esperto: «La causa più probabile è un uccello che finisce nel motore. A quel punto non c’è scampo. Il compressore scoppia, il motore non risponde e l’aereo non lo controlli più».
Il maggiore Del Dò ci ha provato, insomma. E s’è eiettato soltanto all’ultimo istante utile. Se avesse aspettato un attimo in più, sarebbe morto anche lui. «È stata - commenta l’ex Capo di stato maggiore dell’Aeronautica, Tricarico - una tragica fatalità che passasse un’auto in quel momento al di là della pista. Se proprio si vuole cercare qualche responsabilità, siccome il problema degli uccelli che si avvicinano alle piste di decollo e atterraggio, specie i gabbiani, è sempre più grave, bisognerebbe prevedere una maggiore area di rispetto per gli aeroporti».
Del pilota, in Aeronautica segnalano che era esperto, e che faceva parte della pattuglia acrobatica già da 3 anni. Al massimo nel suo ruolo potrebbe esibirsi per 6. Poi sarebbe tornato ai reparti ordinari.
In gergo, aveva la sigla “Pony 4”. Significa che quando le Frecce si muovono a pieno organico di dieci velivoli, lui era uno degli esterni. Ed era nella giusta posizione già in decollo. Salvo che qualcosa è andato storto ai primi secondo di volo. E ciò fa dire all’Aeronautica che «una delle ipotesi al vaglio, vista la dinamica dell'evento, è quella di un impatto del velivolo con un volatile, in gergo tecnico Bird strike».
E ora sono tutti sotto botta, quelli direttamente coinvolti, l’Aeronautica, il ministro della Difesa, il governo, il mondo della politica. «Il personale della Difesa ed il Ministro - comunica Guido Crosetto - esprimono il più profondo cordoglio per la tragedia avvenuta nell'area di Torino Caselle. La notizia ci lascia attoniti ed è profondo il dolore. La Difesa esprime la propria vicinanza ai familiari, consapevole che ci sono perdite incolmabili e che mai vorrebbe ricevere tali notizie».
Il pilota è comprensibilmente provato psicologicamente. In Aeronautica dal 2007, passato per un lungo periodo alla guida del caccia leggero Amx, era entrato nelle Frecce nel 2020. «Era il sogno nel cassetto, così ho partecipato e ho avuto la fortuna di essere selezionato», aveva raccontato in un incontro nella sua ex scuola, a Udine.
Dopo aver toccato terra, il maggiore Del Do’ ha tentato di raggiungere i resti incendiati del suo aereo, dove vedeva anche coinvolta una macchina civile, ma l’ha bloccato un passante: «Dove vai, hai ammazzato una bambina», gli ha gridato. E ora queste parole gli rimbombano incessantemente in testa.
La politica tutta, da destra a sinistra, dal governo all’opposizione, esprime intanto sconcerto e dolore per la morte della bambina di 5 anni e il ferimento dei suoi famigliari. Commentano «attoniti» e «profondamente addolorati» i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, la ministra del Turismo Daniela Santanchè, i ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. «Restiamo attoniti di fronte all'assurda tragedia di Torino. A nome mio e di Azione, esprimo vicinanza ai feriti e le condoglianze alla famiglia della piccola vittima», dichiara Carlo Calenda.
Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, presente sul luogo dell’incidente poco dopo l’impatto, parla di «una notizia» che colpisce la città «in maniera terribile». Nelle stesse ore, il Pd piemontese «si stringe alla famiglia colpita dall’assurdo incidente» e annulla, in segno di lutto, tutti gli eventi della Festa dell’Unità del capoluogo. «Non ci sono parole se non un pensiero commosso a tutte le persone coinvolte in questo terrificante dramma», scrive su Twitter l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, oggi deputata del Movimento 5 stelle.
L’orribile fatalità riaccende un’antica polemica dell’estrema sinistra contro la performance del corpo speciale dell’Aeronautica. «Sono esibizioni da abolire», secondo Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera: «Le manifestazioni delle frecce acrobatiche – aggiunge – devono essere oggetto di una valutazione alla luce dei loro costi, soprattutto a livello ambientale, oltre che per la loro pericolosità». Ancor più netto è Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista: «Uno spreco di soldi e uno strumento di propaganda guerrafondaia dannoso, diseducativo, e purtroppo anche pericoloso».